Roma, 9 ottobre 2025 – Prosegue la cooperazione strategica tra Ucraina e Stati Uniti sul fronte militare, energetico e diplomatico. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che all’inizio della prossima settimana un team guidato dalla premier ucraina Yulia Svyrydenko, insieme al capo dell’Ufficio presidenziale Andriy Yermak e al Commissario per la politica sanzionatoria Vladyslav Vlasiuk, sarà negli Stati Uniti per discutere questioni cruciali quali la difesa aerea, l’energia, le sanzioni e il percorso negoziale con Mosca. Tra i temi all’ordine del giorno, anche la gestione dei beni russi congelati.
L’importanza dei missili Tomahawk per la strategia ucraina
In un incontro con la stampa, Zelensky ha sottolineato come la possibile consegna dei missili da crociera a lunga gittata americani Tomahawk rappresenti un elemento chiave per rafforzare la posizione di Kiev e potrebbe, secondo lui, costringere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. I missili Tomahawk, già impiegati dagli Stati Uniti in teatri come l’Iran, garantirebbero all’Ucraina la capacità di colpire obiettivi militari nel profondo territorio russo, inclusi siti strategici come basi militari, piste di decollo e depositi logistici.

Secondo fonti giornalistiche, l’amministrazione Trump starebbe valutando seriamente di includere i Tomahawk in un nuovo pacchetto di aiuti militari da 10 miliardi di dollari, che prevede anche l’uso esteso dei missili a lungo raggio Atacms già in dotazione ucraina, con un raggio operativo di circa 300 chilometri. Zelensky ha definito questi armamenti “uno dei mezzi più importanti” per inviare un segnale chiaro che l’Ucraina si rafforzerà con ogni mezzo possibile, influenzando così la volontà negoziale di Mosca.
Il ruolo di Donald Trump e il dialogo diplomatico
Il presidente ucraino ha inoltre espresso apprezzamento per l’impegno di Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti, nel mediare un possibile cessate il fuoco con la Russia. Zelensky ha persino annunciato la disponibilità a candidare Trump al Premio Nobel per la Pace qualora riuscisse a garantire una tregua duratura. Nonostante le difficoltà, il dialogo tra Ucraina e Stati Uniti prosegue a vari livelli, e Zelensky ha evidenziato che, nonostante il clima politico internazionale teso, i rapporti tra le due nazioni rimangono “caldi” e produttivi.
Il presidente ucraino ha ribadito anche la necessità di un impegno internazionale più ampio, inclusa la possibilità di un dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina, strumento che – a suo dire – potrebbe accelerare il raggiungimento della pace.
Intanto, durante il recente vertice del Gruppo di contatto sull’Ucraina a Ramstein, Zelensky ha concentrato l’attenzione sul rafforzamento delle difese aeree e ha confermato l’arrivo imminente di un nuovo pacchetto di aiuti militari statunitensi da 500 milioni di dollari, comprendente missili, munizioni e equipaggiamenti per gli F-16. La risposta dell’Europa non si è fatta attendere: Regno Unito, Danimarca, Paesi Bassi, Lettonia e Svezia hanno annunciato la consegna di 30mila droni FPV durante il 2025, mentre l’Italia ha confermato il proprio supporto politico e militare.
Le operazioni militari e la situazione sul campo
Sul fronte operativo, Zelensky ha dichiarato di riscontrare “risultati positivi” nei raid ucraini contro le raffinerie russe, che hanno contribuito a provocare un aumento dei prezzi del carburante in Russia a partire dall’estate. Recenti attacchi hanno colpito anche una centrale elettrica nella regione di Belgorod, causando interruzioni di corrente significative. Questi raid mirati in profondità nel territorio russo avrebbero ridotto del 20% il fabbisogno di carburante della Russia, secondo la valutazione del presidente.
Parallelamente, Zelensky ha denunciato la strategia russa di seminare caos in Ucraina tramite attacchi alle infrastrutture energetiche e ferroviarie, con l’obiettivo di esercitare una pressione psicologica sulla popolazione civile.
Il quadro delineato da Zelensky e dai suoi interlocutori internazionali conferma una fase di forte tensione ma anche di intensa attività diplomatica e militare, con gli Stati Uniti e l’Europa che mantengono un ruolo centrale nel sostegno a Kiev e nel tentativo di orientare Mosca verso una soluzione negoziata del conflitto.






