Roma, 25 settembre 2025 – La centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa e situata in Ucraina, ha subito mercoledì una nuova perdita completa di energia elettrica esterna. Si tratta della decima volta dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022 che l’impianto rimane isolato dalla rete nazionale, mettendo in evidenza l’estrema precarietà della sicurezza nucleare sul sito.
Situazione critica alla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Secondo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, questo ennesimo blackout costituisce un grave rischio per la sicurezza dell’impianto. Dopo la disconnessione, i generatori diesel di emergenza sono stati attivati per garantire il raffreddamento dei reattori e mantenere le funzioni essenziali. Grossi ha sottolineato come la centrale, situata in una zona di conflitto attivo, sia costantemente esposta a pericoli che aumentano la probabilità di un incidente nucleare.
La centrale di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe dal marzo 2022, ospita sei reattori nucleari modello VVER-350, con una potenza complessiva di circa 5.700 megawatt, pari a un quarto del fabbisogno energetico ucraino. La presenza militare russa nell’area ha trasformato l’impianto in un elemento di pressione strategica e di terrore, con ripetuti bombardamenti che hanno danneggiato le linee elettriche di collegamento alla rete nazionale.
Il ruolo dell’AIEA e le difficoltà operative
Nonostante la missione dell’AIEA sia presente stabilmente presso la centrale dal settembre 2022, con esperti incaricati di monitorare e documentare la situazione, le condizioni di sicurezza si sono progressivamente deteriorate. L’Agenzia ha più volte richiesto la creazione di un perimetro di sicurezza per evitare che la centrale venga coinvolta nei combattimenti.
Rafael Grossi, che guida l’AIEA dal dicembre 2019, ha ribadito la necessità di un accordo tra Ucraina, Russia e Agenzia per garantire la protezione dell’impianto e prevenire il rischio di un disastro nucleare. La situazione rimane estremamente complessa, con continue interruzioni di corrente che mettono in seria difficoltà i sistemi di sicurezza dell’impianto e rappresentano un grave pericolo non solo per l’Ucraina, ma per l’intera regione europea.






