La ministra australiana degli Esteri Penny Wong ha incontrato ieri a Canberra Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Navalny, il leader dell’opposizione russa morto nel 2024 dopo la detenzione in una colonia penale in Siberia. Navalnaya, che oggi presiede il consiglio consultivo della International Anti-Corruption Foundation, ha avuto colloqui anche con il primo ministro laburista Anthony Albanese e con la leader conservatrice dell’opposizione Susan Ley. Albanese le ha garantito che la morte del marito “non sarà dimenticata”, sottolineando il sostegno dell’Australia alla sua battaglia.
Il ruolo di Navalnaya e la sua missione
Durante la visita, Navalnaya ha ribadito l’impegno dell’organizzazione che guida, fondata per “dire la verità sul potere criminale della Russia”. Rivolgendosi ai giornalisti a Canberra, ha affermato con decisione che “la Russia non è Putin” e ha aggiunto che farà tutto il possibile perché il Paese diventi “una normale nazione libera e democratica”.
Le sanzioni australiane contro Mosca
Dal 2022, l’Australia ha introdotto tre pacchetti di sanzioni mirati a individui legati all’avvelenamento, ai maltrattamenti e infine alla morte di Navalny, noto per la sua instancabile lotta contro la corruzione. Navalny è deceduto nel 2024, pochi mesi dopo il trasferimento in una prigione remota della Siberia.
Nuove misure contro i responsabili
L’ultimo pacchetto di provvedimenti, annunciato in concomitanza con la visita di Navalnaya, colpisce 14 persone accusate di aver represso la libertà di espressione in Russia e di aver sostenuto l’invasione dell’Ucraina, definita da Canberra “illegale e immorale”. Con queste misure, l’Australia rinnova il proprio impegno a difendere i diritti umani e a sostenere la memoria di Navalny attraverso azioni concrete contro il regime russo.






