Roma, 13 settembre 2025 – Gli Houthi, il gruppo ribelle yemenita, hanno annunciato di aver lanciato un missile balistico ipersonico contro siti sensibili nella città israeliana di Giaffa, località storica integrata nell’area metropolitana di Tel Aviv. L’attacco è stato rivendicato dal portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, che ha dichiarato come l’operazione abbia raggiunto con successo i propri obiettivi, impiegando un missile Palestine-2 con testate multiple.
Il contesto dell’attacco degli Houthi e la risposta israeliana
Secondo quanto riportato dall’esercito israeliano, il missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato dai sistemi di difesa aerea, attivati a seguito dell’allarme sirene scattato nel centro di Israele, inclusa l’area di Tel Aviv. Non sono state segnalate vittime né danni materiali significativi. In risposta al lancio, le forze israeliane hanno condotto raid aerei contro basi Houthi nello Yemen, colpendo porti e infrastrutture energetiche strategiche, secondo quanto riferito da fonti militari israeliane.
L’attacco degli Houthi si inserisce in un quadro più ampio di escalation, con il gruppo yemenita che ha intensificato le proprie operazioni missilistiche contro Israele, sostenuto dall’Iran, che ha definito le azioni israeliane come una “flagrante violazione”. Al contempo, l’esercito israeliano ha pubblicato video che documentano i raid notturni sul territorio yemenita, volti a indebolire le capacità militari degli Houthi.
L’importanza strategica di Giaffa e le implicazioni regionali
Giaffa, città portuale storica sul Mar Mediterraneo con una popolazione mista e un ruolo simbolico rilevante nella regione, è stata indicata come uno degli obiettivi strategici dall’attacco. Il colpo sferrato dagli Houthi rappresenta un’escalation significativa, poiché testimonia la capacità del gruppo yemenita di colpire obiettivi israeliani a grande distanza, ampliando così il teatro del conflitto.
Gli Houthi, attivi dal 1994 e sostenuti dall’Iran, sono parte di un’alleanza regionale che si oppone all’influenza israeliana e statunitense in Medio Oriente. L’attuale fase di tensione evidenzia il rischio di un allargamento del conflitto, con un possibile coinvolgimento diretto di più attori regionali, e alimenta il dibattito internazionale sulla stabilità dell’area.






