Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo (Ppe) e capogruppo al Parlamento europeo, lancia un messaggio chiaro all’amministrazione Trump: l’Unione europea non intende farsi trattare alla stregua di partner più deboli come il Canada o il Regno Unito. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Weber difende con forza l’autonomia e il peso economico dell’UE, rivendicando il diritto dell’Europa a fissare le proprie regole, soprattutto in campo digitale.
Weber: “Siamo pari agli Stati Uniti per potere economico”
Secondo Weber, l’Unione europea rappresenta oggi circa il 22% del prodotto interno lordo globale, contro il 25% degli Stati Uniti. Una sostanziale parità che, a suo avviso, deve tradursi anche in equilibrio nei rapporti politici e commerciali. “Trump non può maltrattarci come sta facendo con il Canada, la Gran Bretagna o altri Paesi più piccoli”, afferma il presidente del Ppe, sottolineando come l’Europa debba partire da una posizione di forza nei negoziati.
Il commercio industriale e la fine dell’incertezza
Weber evidenzia anche l’importanza del ruolo della Commissione europea nelle trattative commerciali: “È stato molto positivo che tutti i leader — Macron, Meloni, Merz — abbiano confermato che è la Commissione a negoziare”, dichiara. La priorità, secondo il politico tedesco, è quella di garantire chiarezza per le imprese europee, uscendo quanto prima dall’incertezza. Il Partito Popolare Europeo, prosegue Weber, sostiene fermamente il principio delle tariffe zero per i prodotti industriali, mentre il resto delle decisioni spetta ai negoziatori.
Weber ricorda che le regole digitali si scrivono a Bruxelles, non a Washington
Un passaggio centrale dell’intervista è dedicato al tema della regolamentazione del digitale. “Le regole su cui si basa il mercato unico non vengono stabilite nelle sedi delle grandi aziende della Silicon Valley e nemmeno alla Casa Bianca”, sottolinea Weber. La definizione delle norme europee – come il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) – è frutto della volontà politica dell’UE e deve essere rivendicata con decisione.
L’Unione, chiarisce Weber, accoglie con favore la presenza di aziende americane, ma è determinata a difendere la propria sovranità normativa. Per questo, conclude, chiede alla Commissione di applicare pienamente le regole digitali approvate nel precedente mandato legislativo.






