Washington, 3 ottobre 2025 – Una statua satirica raffigurante Donald Trump e Jeffrey Epstein mano nella mano è stata reinstallata sul National Mall di Washington, a pochi passi dal Campidoglio. L’opera, intitolata “Best Friends Forever”, era stata rimossa pochi giorni dopo la sua prima installazione lo scorso settembre per motivi amministrativi, ma è tornata in esposizione grazie a un permesso temporaneo concesso dal National Park Service.
Un’opera satirica che riaccende il dibattito pubblico
La statua, alta oltre tre metri e dipinta in color bronzo, ritrae Trump e Epstein in una posa amichevole e provocatoria, accompagnata da una targa ironica che recita: “Celebriamo il legame duraturo tra il presidente Donald J. Trump e il suo ‘amico più intimo’ Jeffrey Epstein”. L’opera è stata realizzata da un collettivo artistico anonimo noto come “Secret Handshake”, già autore di altre installazioni politiche satiriche nella capitale americana.
L’installazione ha immediatamente attirato l’attenzione di passanti e media, diventando un simbolo di protesta visiva contro le controversie legate ai rapporti tra Trump e Epstein, defunto finanziere e criminale sessuale. Nonostante Trump abbia sempre negato un legame stretto con Epstein, sostenendo di averlo allontanato anni prima degli scandali, l’opera ripropone al centro del dibattito pubblico queste tensioni.
Reazioni e contesto politico
La Casa Bianca ha definito la statua una “provocazione politica”, sottolineando che Trump aveva interrotto ogni rapporto con Epstein molto tempo prima che emergessero le accuse di abusi sessuali su minorenni. La portavoce Abigail Jackson ha minimizzato l’impatto dell’opera, ribadendo la versione ufficiale secondo cui Trump non avrebbe avuto legami significativi con il finanziere.
La statua “Best Friends Forever” rimarrà sul National Mall fino a domenica 5 ottobre, sfruttando la visibilità di un luogo simbolico del potere statunitense per veicolare un messaggio satirico e di denuncia. L’opera sottolinea come l’arte pubblica continui a essere uno strumento efficace per stimolare il dibattito politico e sociale negli Stati Uniti, soprattutto su temi sensibili come quello delle relazioni tra personaggi pubblici e figure controverse.






