Roma, 21 ottobre 2025 – Cresce la preoccupazione a Washington riguardo alla possibile ripresa del conflitto a Gaza da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riportato dal New York Times, l’amministrazione statunitense teme che Netanyahu possa porre fine al cessate il fuoco e tornare alla guerra contro Hamas, nonostante l’accordo di pace mediato dal presidente americano Donald Trump.
Pressioni statunitensi su Israele e tensioni con Netanyahu
In questo contesto delicato, il vicepresidente statunitense J.D. Vance e gli inviati speciali Steve Witkoff e Jared Kushner si trovano attualmente in Israele con l’obiettivo di esercitare pressioni sul governo di Netanyahu. Le fonti del quotidiano americano sottolineano che l’amministrazione Usa intende evitare che Israele indebolisca l’accordo di cessate il fuoco, che rappresenta un fragile equilibrio nella regione.
Il timore principale è che il premier israeliano, in carica dal 29 dicembre 2022 e già ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza, possa decidere di abbandonare l’intesa negoziata con il sostegno di Washington, riaccendendo così un conflitto che ha già causato gravi perdite umane.
Trattative con la Turchia per il recupero degli ostaggi
Parallelamente, sono in corso trattative con la Turchia per l’invio di una squadra specializzata incaricata di localizzare i corpi degli ostaggi israeliani scomparsi a Gaza. Hamas ha infatti dichiarato di avere difficoltà a individuare alcune salme, complicando ulteriormente la situazione umanitaria e diplomatica.
L’amministrazione Usa, consapevole della delicatezza della situazione, spinge per una soluzione che possa garantire il rispetto dell’accordo di pace da parte di Netanyahu e la sicurezza dei civili coinvolti, evitando un’escalation militare che potrebbe compromettere la stabilità nell’intera area mediorientale.






