Washington, 24 ottobre 2025 – Dopo anni di controversie e battaglie legali, l’amministrazione Trump ha ufficialmente dato il via libera a due progetti strategici in Alaska: la costruzione di una strada contestata all’interno del parco naturale Izembek National Wildlife Refuge e la ripresa delle trivellazioni petrolifere e di gas nell’Arctic National Wildlife Refuge. Questi interventi segnano una svolta significativa nelle politiche ambientali e di sviluppo energetico nella regione, ma continuano a sollevare forti opposizioni da parte delle comunità indigene e degli ambientalisti.
Alaska, ok alle trivellazioni nell’Arctic National Wildlife Refuge
Il segretario degli Interni statunitense Doug Burgum ha confermato la finalizzazione dei piani per avviare le trivellazioni di petrolio e gas su una superficie di oltre 800mila ettari nell’Arctic National Wildlife Refuge, un’area considerata sacra e di fondamentale importanza ecologica per la sopravvivenza della mandria di caribù e delle comunità indigene Gwich’in. Questi piani prevedono diverse vendite di concessioni estrattive nell’arco di dieci anni, dando seguito alle decisioni prese durante il primo mandato di Donald Trump. La precedente amministrazione Biden aveva tentato di bloccare tali concessioni, ma un giudice federale ha stabilito che non era nelle sue competenze annullare i contratti già assegnati a società statali.

Le comunità Gwich’in hanno annunciato che continueranno a opporsi con azioni legali, sottolineando l’importanza spirituale e culturale della pianura costiera. In contrasto, i leader della comunità Iñupiaq di Kaktovik, che risiede all’interno del parco, sostengono che uno sviluppo responsabile dell’industria petrolifera sia cruciale per l’economia locale e il benessere della popolazione.
La costruzione della strada attraverso l’Izembek National Wildlife Refuge
Parallelamente, è stato completato uno scambio di terreni che consentirà la costruzione di una strada di 29 chilometri tra King Cove e Cold Bay, attraversando l’Izembek National Wildlife Refuge, una riserva naturale di importanza globale per gli uccelli migratori. I residenti di King Cove, una comunità di circa mille abitanti, considerano la strada vitale per garantire l’accesso rapido all’aeroporto di Cold Bay, fondamentale in caso di emergenze mediche.
Tuttavia, ambientalisti e leader delle comunità indigene Yup’ik hanno promesso battaglie legali per proteggere questo habitat eccezionale, habitat di oltre 200 specie, tra cui la maggior parte della popolazione mondiale di berta nera del Pacifico. Il Center for Biological Diversity ha definito il nuovo accordo come uno scambio che sacrifica 202 ettari ecologicamente insostituibili a favore di terreni meno rilevanti, suscitando forti critiche. La senatrice repubblicana Lisa Murkowski, da lungo tempo sostenitrice della costruzione, ha assicurato che la strada sarà a corsia singola e realizzata in modo da minimizzare l’impatto ambientale.
Implicazioni e controversie politiche
Queste iniziative riflettono la politica energetica e ambientale dell’amministrazione Trump, che punta a rilanciare l’industria estrattiva americana, spesso accostata a una posizione di scetticismo verso le politiche climatiche globali. La decisione di sbloccare le trivellazioni e le infrastrutture è stata criticata da gruppi ambientalisti e da esponenti di comunità indigene, mentre i sostenitori sottolineano l’importanza dello sviluppo economico e della sicurezza per le comunità locali.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca nel 2025 ha segnato una ripresa delle politiche energetiche orientate a un maggiore sfruttamento delle risorse naturali degli Stati Uniti, in contrasto con le precedenti amministrazioni, in particolare quella di Joe Biden, che aveva invece tentato di rafforzare le tutele ambientali. Questa tensione politica e sociale rimane al centro del dibattito sul futuro dell’Alaska e delle sue risorse naturali.






