Roma, 14 agosto 2025 – Nel contesto della complessa crisi ucraina, il recente vertice internazionale ha rivelato importanti sviluppi diplomatici e strategici, con un focus particolare sulle posizioni espresse da Donald Trump, Volodymyr Zelensky e dai leader europei. La discussione, svoltasi in videoconferenza, ha messo in luce le sfide e le proposte sul futuro dell’Ucraina, la cui sovranità territoriale è al centro di un acceso confronto.
Trump e Zelensky, le posizioni emerse nel vertice internazionale sull’Ucraina
Durante il colloquio, Donald Trump, ha ribadito un approccio pragmatico e netto: “occorre prepararsi a rinunciare a una parte dei territori ucraini occupati“, un’affermazione che ha suscitato reazioni contrastanti. Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha risposto con fermezza, sottolineando come la sua posizione ufficiale sia un netto rifiuto di qualsiasi cessione territoriale, pur riconoscendo la complessità della situazione sul terreno.
I leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, hanno presentato un piano in cinque punti che mira a guidare i futuri negoziati e la strategia comune. Tra le direttive principali emerge il principio che “nessun negoziato sull’Ucraina può prescindere dalla partecipazione attiva di Kiev“, riaffermando il ruolo centrale dell’Ucraina nel decidere il proprio destino. Inoltre, si è ribadito che la trattativa deve basarsi sulla linea del fronte attuale e che ogni possibile concessione a Mosca deve essere accompagnata da solide garanzie di sicurezza per Kiev, includendo un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia.
La proposta della “soluzione coreana” e il congelamento del conflitto
Sullo sfondo delle tensioni, si sta facendo strada una proposta alternativa, sostenuta da alcuni Paesi europei, tra cui Germania, Polonia e Italia, che consiste nel congelamento della linea del fronte senza riconoscimenti formali dei territori annessi dalla Russia, inclusa la Crimea e le regioni del Donbass. Questa strategia, definita la cosiddetta “soluzione coreana”, mira a stabilire una tregua duratura che consenta all’Ucraina di mantenere la speranza di un futuro recupero dei territori persi, senza però obbligare il governo di Zelensky a celebrare referendum costituzionali per ratificare cessioni territoriali.
Il cancelliere Merz ha discusso a lungo con Zelensky questa ipotesi, che prevede una sospensione delle ostilità e un equilibrio instabile ma funzionale, accompagnato da un pacchetto di garanzie di sicurezza internazionali. Si tratterebbe di un compromesso che, pur non rappresentando una vittoria piena per Kiev, potrebbe evitare un conflitto aperto e prolungato.
Il ruolo cruciale degli Usa e il futuro dei negoziati
L’incontro ha evidenziato come il ruolo degli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, rimanga decisivo nel definire l’orientamento della diplomazia internazionale. Trump ha sottolineato che ogni negoziato deve avvenire con la partecipazione diretta dell’Ucraina e ha espresso disponibilità a fornire, insieme ai partner europei, adeguate garanzie di sicurezza per evitare futuri attacchi. L’attenzione è ora rivolta all’imminente vertice tra Trump e Vladimir Putin, previsto per Ferragosto 2025, che potrebbe aprire la strada a ulteriori incontri trilaterali inclusivi di Zelensky.
La posizione di Zelensky, che rimane determinata a difendere l’integrità territoriale del paese, si confronta con le pressioni geopolitiche e le necessità di pragmatismo poste dalle grandi potenze. Nel contesto di una guerra che ha già cambiato profondamente il volto dell’Europa orientale, le prossime settimane saranno cruciali per definire se sarà possibile avviare un processo di pace concreto o se il conflitto continuerà a consumare vite e territori.






