Anchorage (Alaska), 9 agosto 2025 – È confermato il vertice tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e l’omologo russo, Vladimir Putin, che si terrà il prossimo 15 agosto in Alaska, lo Stato scelto per ospitare l’incontro. La notizia arriva dopo il rifiuto del Cremlino a un summit a Roma e il rafforzamento della posizione ucraina e degli alleati occidentali in vista di un possibile negoziato di pace. Nel frattempo, a Londra, si svolge un vertice tra alti funzionari di Usa, Unione Europea, Regno Unito e Ucraina per definire una linea comune prima del faccia a faccia tra i due leader.
Il vertice Trump-Putin in Alaska: possibili scenari e partecipazione di Zelensky
L’incontro tra Trump e Putin rappresenta un evento cruciale nel contesto del conflitto ucraino, giunto al 1.262° giorno. Fonti della Casa Bianca hanno riferito alla Cbs News che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe in qualche modo essere coinvolto nel vertice, anche se al momento non è stato ufficialmente invitato. Trump ha manifestato la disponibilità a un incontro trilaterale, anche se ha annunciato di voler iniziare con il solo colloquio con Putin.
Le indiscrezioni indicano che Washington e Mosca stiano negoziando una possibile intesa che prevedrebbe un congelamento delle linee del fronte e un cessate il fuoco, con la Russia che manterrebbe il controllo delle regioni occupate – in particolare il Donbass (Donetsk e Lugansk) e la Crimea – in cambio della fine delle ostilità. Tuttavia, tale accordo richiederebbe a Zelensky un ordine di ritiro dalle zone ancora controllate da Kiev, una prospettiva che Kiev respinge categoricamente, ribadendo che «gli ucraini non regaleranno la loro terra agli occupanti» e che qualunque soluzione senza il coinvolgimento dell’Ucraina «non sarà una soluzione di pace».
La posizione di Kiev, dell’Unione Europea e dei partner occidentali
Il presidente Zelensky ha sottolineato in più occasioni la necessità di un coordinamento stretto con gli alleati europei e americani, chiedendo «misure chiare» in vista del summit e riaffermando la volontà di collaborare per una pace giusta e duratura basata sul rispetto della sovranità territoriale ucraina e del diritto internazionale. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha ammonito che la Russia non deve essere premiata per aver iniziato la guerra e ha denunciato come Mosca continui a terrorizzare i civili, ignorando qualsiasi scadenza per la cessazione delle ostilità.
La Commissione Europea, tramite un portavoce, ha ribadito il sostegno ai negoziati di pace solo se l’Ucraina è presente al tavolo delle trattative e può prendere decisioni indipendenti e sovrane. Nel frattempo, il Regno Unito ospita oggi una riunione tra alti funzionari statunitensi, europei e ucraini per definire una posizione unitaria in vista del vertice in Alaska.
Attacchi e tensioni sul campo, Mosca denuncia sabotaggi
Sul fronte militare, le forze russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Yablonovka nella regione di Donetsk, mentre proseguono gli attacchi con droni contro obiettivi civili in Ucraina. Nella periferia di Kherson, un attacco con droni russi ha colpito un autobus causando almeno due vittime e numerosi feriti. Le autorità ucraine denunciano come la Russia finga di essere pronta a fermare la guerra, ma in realtà continui le operazioni belliche.
Mosca ha inoltre denunciato «sforzi titanici» per sabotare il vertice in Alaska, con il capo negoziatore Kirill Dmitriev che parla di provocazioni e campagne di disinformazione orchestrate da Paesi favorevoli alla prosecuzione del conflitto.
Il Cremlino ha confermato la scelta dell’Alaska come sede «abbastanza logica» per il vertice, sottolineando la vicinanza geografica tra Russia e Stati Uniti e annunciando l’intenzione di invitare Trump a un successivo incontro in territorio russo.
L’incontro del 15 agosto rappresenta dunque un momento delicato e complesso nel tentativo di dare una svolta diplomatica al conflitto in Ucraina, con molte incognite e la forte richiesta da parte di Kiev e dei suoi alleati di non escludere l’Ucraina dalle decisioni che riguardano il suo futuro territoriale e politico.






