Sharm el-Sheikh, 13 ottobre 2025 – In un clima di forte attesa e sotto rigorose misure di sicurezza, si tiene oggi a Sharm el-Sheikh un vertice di portata internazionale volto a consolidare la tregua nella Striscia di Gaza e a rafforzare l’impegno per la pace tra israeliani e palestinesi. Il summit, presieduto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, vede la partecipazione di oltre venti leader mondiali, tra cui spiccano due figure chiave del conflitto: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmūd Abbās, noto anche come Abu Mazen.
Il vertice di Sharm el-Sheikh: un momento cruciale per la pace
Il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Netanyahu parteciperanno al vertice con l’obiettivo di consolidare l’accordo di cessate il fuoco raggiunto a Gaza e di riaffermare il loro impegno a rispettarlo. A confermarlo è stato il portavoce della presidenza palestinese, Mohamed Ibrahim Abdel Khaleq El-Shennawy, tramite un annuncio su Facebook. La presenza simultanea di Netanyahu e Abu Mazen assume un significato particolare, considerando le recenti tensioni e le difficoltà nel dialogo tra le due parti.
Ad alimentare il clima di attesa, la cerimonia con cui il presidente egiziano al-Sisi ha insignito Donald Trump della massima onorificenza egiziana, l’Ordine del Nilo, in riconoscimento del suo ruolo nel sostenere gli sforzi di pace e nel contribuire a porre fine alla guerra a Gaza.
Preparativi e contesto politico
Lo scenario del summit è l’International Congress Centre di Sharm el-Sheikh, dove i preparativi sono ormai al culmine. Sono accreditati 232 giornalisti provenienti da tutto il mondo, con una copertura particolarmente estesa da Stati Uniti, Europa, Asia e Paesi arabi. Il presidente del Servizio di informazione statale egiziano, Diaa Rashwan, ha sottolineato la capacità organizzativa dell’Egitto nell’accogliere un evento di tale portata in tempi rapidi.
Benjamin Netanyahu, in carica come primo ministro israeliano dal dicembre 2022 e figura centrale della politica israeliana da molti anni, dovrebbe arrivare a Sharm nel pomeriggio con un volo della compagnia El Al, secondo fonti israeliane non ancora ufficialmente confermate.
Dall’altra parte, Mahmūd Abbās, presidente della Palestina dal 2005 e leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), è impegnato nel difficile tentativo di mantenere un ruolo di mediazione e di rappresentanza in una realtà palestinese segnata da profonde divisioni interne, in particolare con Hamas, da lui duramente criticato nelle ultime settimane.
Il vertice di Sharm si presenta dunque come un appuntamento cruciale per la stabilizzazione della regione e per la prosecuzione di un processo di pace che appare al momento fragile ma non ancora abbandonato.
Al-Sisi evidenzia il valore del cessate il fuoco
Nel contesto del summit, la premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per discutere degli sviluppi nel Medio Oriente. L’incontro, confermato dalla presidenza egiziana, ha visto al-Sisi sottolineare l’importanza cruciale dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto recentemente, risultato di due anni di intensi sforzi diplomatici guidati dall’Egitto insieme a Qatar e Stati Uniti.
Secondo la nota ufficiale della presidenza egiziana, il presidente al-Sisi ha rimarcato come l’accordo di cessate il fuoco rappresenti un passo fondamentale per mettere fine alla catastrofe umanitaria che affligge la Striscia di Gaza. L’intesa permette di porre fine allo stato di guerra, incrementare l’afflusso di aiuti umanitari e soccorsi, e avviare la liberazione di ostaggi e prigionieri coinvolti nel conflitto.
Al-Sisi ha inoltre sottolineato la necessità di creare le condizioni politiche per una rapida ricostruzione della Striscia di Gaza e, soprattutto, per fornire un quadro che conduca alla creazione di uno Stato palestinese indipendente. Tale obiettivo deve essere perseguito nel pieno rispetto delle decisioni della legalità internazionale, come evidenziato nel comunicato ufficiale egiziano.






