Caracas, 1 dicembre 2025 – Dopo diversi giorni di assenza dai riflettori mediatici, il presidente venezuelano Nicolás Maduro è tornato a mostrarsi in pubblico, ponendo fine alle voci che lo davano in fuga a causa delle tensioni crescenti con gli Stati Uniti. La prima apparizione pubblica di Maduro dopo un periodo di silenzio è avvenuta domenica 30 novembre a Caracas, durante una tradizionale cerimonia annuale dedicata alla premiazione dei migliori produttori di caffè del paese.
Maduro riappare a Caracas
Secondo quanto riportato da Cnn, che ha seguito l’evento, Maduro, solitamente molto presente nelle trasmissioni televisive venezuelane, non si era mostrato in pubblico dalla giornata di mercoledì precedente, quando aveva pubblicato un video sul suo canale Telegram mentre guidava per le strade della capitale. Domenica, il capo di Stato è apparso seduto di fronte a una folla di produttori e appassionati, consegnando medaglie ai migliori coltivatori di caffè, assaggiando diverse qualità e pronunciando brevi discorsi. Nessun riferimento diretto è stato fatto alla gravissima crisi economica e politica in corso nel Paese.
L’apparizione di Maduro è coincisa temporalmente con una conferma ufficiale da parte del presidente statunitense Donald Trump, che ha reso noto di aver avuto un colloquio telefonico con il leader venezuelano, segnale di un possibile tentativo di dialogo in un clima di alta tensione fra Caracas e Washington.
Il Venezuela chiede supporto all’OPEC contro le minacce statunitensi
Parallelamente a questa ripresa mediatica, il governo venezuelano ha reso noto di aver inviato una lettera formale all’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), chiedendo sostegno per contrastare quella che definisce una aggressione crescente da parte degli Stati Uniti. La vicepresidente e ministro del Petrolio venezuelano, Delcy Rodríguez, ha letto la missiva durante una riunione virtuale dei ministri dell’OPEC.
Nella lettera, Maduro denuncia che Washington starebbe tentando di impossessarsi delle enormi riserve petrolifere venezuelane, le più grandi al mondo, anche attraverso azioni militari. Da settembre, infatti, gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi aerei nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Pacifico orientale, con l’obiettivo di colpire imbarcazioni sospettate di narcotraffico, operazioni che hanno causato almeno 83 morti. Tuttavia, l’amministrazione americana non ha fornito prove concrete a supporto delle accuse e la comunità internazionale rimane divisa circa la legittimità di tali azioni.
Per approfondire: Stati Uniti chiudono lo spazio aereo sul Venezuela e annunciano nuove basi a Santo Domingo





