Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro ha annunciato oggi un’importante iniziativa militare denominata Piano Indipendenza 200, volta a rafforzare la sicurezza nazionale in risposta alle crescenti tensioni con gli USA. La strategia prevede la mobilitazione delle forze armate e delle milizie bolivariane, con l’attivazione di 284 “fronti di battaglia” dislocati in punti strategici del Paese.
Venezuela: il Piano Indipendenza 200 e la mobilitazione militare contro gli USA
Nel corso di una cerimonia notturna a Caracas, accompagnato dal ministro della Difesa Vladimir Padrino López, Maduro ha sottolineato che l’obiettivo del piano è quello di mantenere “le coste libere da imperialisti, invasori e gruppi di violenza”. Il presidente ha ribadito con fermezza che “i mari, le terre e le montagne appartengono al popolo venezuelano e mai all’impero nordamericano”. Contestualmente, il governo ha dato il via a giornate straordinarie di arruolamento per potenziare le forze di difesa nazionale.
Il ministro Padrino López, figura di riferimento delle forze armate venezuelane e ministro della Difesa dal 2014, ha espresso preoccupazione per la presenza militare statunitense nel Mar dei Caraibi, che secondo Caracas rappresenta una minaccia diretta. Washington ha giustificato la sua operazione navale con la lotta al narcotraffico, evidenziando come, durante le manovre della Marina militare Usa, sia stata bombardata e affondata un’imbarcazione con a bordo undici presunti membri del gruppo criminale Tren de Aragua.
Crescono le tensioni con gli Stati Uniti e le accuse di Washington
Il clima tra Venezuela e Stati Uniti si è ulteriormente inasprito dopo che l’amministrazione statunitense ha raddoppiato la taglia per la cattura di Maduro, portandola da 25 a 50 milioni di dollari. Gli Stati Uniti accusano il presidente venezuelano di narcotraffico, narcoterrorismo e corruzione, sostenendo che mantenga stretti legami con organizzazioni criminali come il cartello di Sinaloa e il Tren de Aragua. Il governo venezuelano ha respinto tali accuse, definendole “patetiche” e una forma di propaganda politica.
Maduro, al potere dal 2013 e considerato il successore del defunto Hugo Chávez, ha governato il Paese attraverso decreti legge e ha affrontato un peggioramento economico significativo, accompagnato da proteste e accuse di repressione violenta contro l’opposizione. La sua strategia militare attuale si inserisce in questo contesto di tensioni internazionali e pressioni interne, con l’obiettivo dichiarato di difendere la sovranità nazionale contro quella che definisce un’aggressione imperialista.






