Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha denunciato l’intensificarsi della presenza militare statunitense nel Mar dei Caraibi, definendola parte di un “piano di guerra” globale orchestrato dagli Stati Uniti per mantenere la propria egemonia politica, economica, culturale e militare nell’area, anche attraverso l’uso della forza.
Venezuela: l’accusa di Maduro contro gli USA
Durante un’intervista rilasciata al programma condotto dall’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa sulla rete russa RT, Maduro ha sottolineato che negli ultimi tempi si è registrato uno spiegamento senza precedenti di forze navali statunitensi nei Caraibi, con otto navi da guerra e un sottomarino nucleare attivi nella regione, un dispiegamento che, secondo lui, non si vedeva dai tempi della crisi missilistica di Cuba nel 1962. Ha affermato: “Abbiamo 1.200 missili puntati alle nostre teste… Non si era mai visto nulla del genere”.
Gli Stati Uniti giustificano questa mobilitazione come parte di una missione antidroga rivolta in particolare contro il Cartello de los Soles, accusato da Washington di essere guidato dallo stesso Maduro, sul quale pende una taglia di 50 milioni di dollari – cifra raddoppiata nel 2025 rispetto ai 25 milioni precedenti – come segnalato recentemente dal Dipartimento di Stato americano. Secondo Maduro, tuttavia, gli Stati Uniti mirano ad altri obiettivi, primariamente alle risorse naturali venezuelane: “Il Venezuela ha la principale riserva di petrolio e la quarta riserva di gas al mondo, proprio dove si trova la flotta”, ha dichiarato, ricordando anche le ricchezze in oro e le vaste terre agricole e risorse idriche del paese.
Contestazioni e tensioni geopolitiche nell’area
L’accusa di Maduro si inserisce in un contesto storico di ingerenze statunitensi in America Latina e nei Caraibi, dove gli Stati Uniti hanno spesso condotto operazioni militari e politiche per influenzare governi e mantenere la loro egemonia, a partire dalla guerra ispano-americana del 1898 fino a interventi più recenti. La missione antidroga contro il Cartello de los Soles rientra in questa strategia di contrasto al narcotraffico, ma è vista da Caracas come una copertura per finalità strategiche ed economiche.
Il clima di crescente tensione è alimentato anche dalle accuse di narcotraffico che gli Stati Uniti rivolgono a Maduro, che il governo venezuelano respinge con forza, definendo le azioni di Washington come “propaganda politica” e tentativi di destabilizzare il paese. Nel frattempo, l’opposizione venezuelana e le organizzazioni internazionali continuano a monitorare la situazione, mentre l’area dei Caraibi resta uno scenario di alta tensione geopolitica.






