Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega e ex generale dell’Esercito Italiano, ha sollevato una critica importante nei confronti della politica energetica dell’Unione Europea, evidenziando una presunta incoerenza che coinvolge l’Ucraina e l’utilizzo dei fondi comunitari per l’acquisto di gas russo.
Vannacci denuncia contraddizioni nell’uso dei fondi europei da parte di Kiev
In un’interrogazione scritta rivolta alla Commissione europea, Vannacci denuncia una “grave contraddizione” nella gestione energetica dell’UE. Mentre l’Unione ha imposto sanzioni e pressioni agli Stati membri per ridurre e porre fine entro il 2028 alle importazioni di gas russo, l’Ucraina continuerebbe a importare ingenti quantità di gas dalla Russia, attraverso i gasdotti di Ungheria e Slovacchia, finanziandosi con i contributi europei.
Secondo fonti di stampa citate dall’eurodeputato, l’Ucraina ha incrementato le importazioni di gas russo di circa 570 milioni di metri cubi, pari al 70% del totale delle sue importazioni. Vannacci sottolinea come questa situazione risulti “paradossale”: da un lato Kiev chiede agli Stati membri di interrompere l’acquisto di gas russo e ha sospeso il transito attraverso i propri gasdotti, dall’altro utilizza i fondi europei per acquistare indirettamente tale energia.
L’Unione Europea ha erogato finora 170 miliardi di euro in sostegni finanziari all’Ucraina dall’inizio del conflitto con la Russia, ma per Vannacci è “inaccettabile” che questi fondi vengano impiegati per comprare gas russo, mentre gli Stati membri affrontano pressioni e conseguenze economiche per le sanzioni.
Richiesta di chiarimenti alla Commissione europea
L’eurodeputato leghista chiede quindi alla Commissione di spiegare come valuta questa discrepanza e quali misure intende adottare per assicurare una politica energetica “coerente, trasparente e rispettosa degli interessi dei cittadini europei”. Vannacci sottolinea il proprio dovere di denunciare questa situazione, che vede un “doppiopesismo” tra l’Ucraina e i Paesi membri dell’UE riguardo al gas russo.
Questa segnalazione arriva in un contesto di forte tensione geopolitica e di discussioni sul futuro energetico europeo, in cui l’Italia e l’Europa stanno cercando di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, come sottolineato anche dal premier Mario Draghi nelle sue recenti dichiarazioni.
L’interrogazione di Vannacci mette così in luce un punto critico nel sostegno all’Ucraina e nelle strategie energetiche europee, ponendo una questione importante di trasparenza e coerenza nelle politiche comunitarie.






