Londra, 8 agosto 2025 – Durante un incontro tenutosi oggi nella storica residenza di campagna britannica, Chevening House, nel Kent, il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha ribadito la posizione americana riguardo al riconoscimento dello Stato palestinese, confermando che gli Stati Uniti non intendono riconoscere la Palestina. L’appuntamento ha visto Vance confrontarsi con il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, sul delicato tema degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza.
Dialogo sulla questione palestinese e gli aiuti a Gaza
J.D. Vance ha sottolineato che Washington mantiene “trattative costanti” per incrementare gli aiuti a Gaza, pur mantenendo una linea ferma sul non riconoscimento di uno Stato palestinese. “Non so neanche cosa significherebbe riconoscere uno Stato palestinese, data la mancanza di un governo funzionante”, ha dichiarato il vicepresidente americano, evidenziando una distinzione rispetto alla posizione di Londra, che rimane invece aperta a valutazioni autonome sul riconoscimento.
Il segretario degli Esteri britannico, David Lammy, in carica dal luglio 2024 e noto per la sua visione di “realismo progressista”, ha posto l’accento su un approccio pragmatico e basato sulla realtà geopolitica attuale, promuovendo una cooperazione internazionale che tenga conto delle complesse dinamiche regionali e globali. Lammy ha espresso interesse per un coinvolgimento maggiore del Regno Unito nella gestione delle crisi globali, in particolare quella mediorientale, come parte della politica estera guidata dal governo laburista di Keir Starmer.
La posizione di Vance sulla Palestina e il contesto internazionale
J.D. Vance, 50º vicepresidente degli Stati Uniti e membro del Partito Repubblicano, ha assunto l’incarico nel gennaio 2025 dopo un percorso politico e personale che lo ha portato a diventare una figura chiave nell’amministrazione di Donald Trump. La sua posizione sulla questione palestinese si inserisce in un quadro più ampio di politica estera statunitense, che al momento appare particolarmente attenta a mantenere un equilibrio tra sostegno umanitario e scelte diplomatiche rigorose.
Parallelamente, David Lammy, con la sua esperienza pluridecennale e la recente nomina a capo della diplomazia britannica, rappresenta una linea di politica estera che coniuga realismo e progressismo, come evidenziato nelle sue recenti dichiarazioni e nelle iniziative di dialogo internazionale.






