Gerusalemme, 22 ottobre 2025 – Prosegue la missione diplomatica del vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, in Israele, impegnato a sostenere la fragile tregua nella Striscia di Gaza. Oggi è previsto un incontro cruciale a Gerusalemme tra Vance e il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, fissato per le 10 ora locale (le 9 in Italia), seguito da un colloquio con il presidente israeliano Isaak Herzog verso mezzogiorno locale (le 11 in Italia). Questi appuntamenti sono ritenuti fondamentali per consolidare il cessate il fuoco e gestire le tensioni nella regione.
Il ruolo di Vance nella mediazione per la tregua a Gaza
Arrivato in Israele ieri, J.D. Vance ha espresso ottimismo sulla tenuta della tregua a Gaza, pur sottolineando che sarà necessario del tempo per consolidarla. L’inviato statunitense è stato incaricato dal presidente Donald Trump di evitare che il governo di Netanyahu riprenda le ostilità contro Hamas, con l’obiettivo di stabilizzare la situazione e prevenire un’escalation del conflitto. A tal fine, Vance ha già incontrato ieri i due inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, protagonisti attivi nei negoziati con Hamas a Doha.
Le fonti israeliane riportano che la tregua è ancora fragile, con continue controversie sulle modalità del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, in particolare sul controllo del corridoio di Morag. Hamas, infatti, ha respinto la prima proposta israeliana di ridispiegamento delle truppe, spingendo verso una nuova serie di mappe in discussione nei negoziati in Qatar, che secondo fonti vicine ai colloqui richiederanno ancora tempo per trovare un compromesso.
Il contesto politico e militare
Nonostante la tregua sia ufficialmente in vigore, nei giorni scorsi Hamas e Israele sono stati molto vicini alla ripresa delle ostilità. Netanyahu ha dichiarato di aver sganciato “153 tonnellate di bombe su Gaza”, in risposta a una presunta violazione dell’accordo di pace da parte dell’organizzazione islamista, la quale avrebbe attaccato alcuni soldati Idf a Rafah.
Parallelamente, a livello internazionale, il presidente Trump mantiene una linea dura contro Hamas, affermando che se il gruppo non interromperà le ostilità, “ci penseranno i miei amici nella regione”, pur ammettendo di aver per ora frenato azioni militari più estese da parte dei Paesi musulmani.
La situazione rimane dunque estremamente tesa, con la diplomazia americana impegnata a evitare una ripresa del conflitto aperto, mentre Israele e Hamas continuano a negoziare con difficoltà una tregua duratura. L’intervento diretto di Vance sottolinea la volontà degli Stati Uniti di mantenere un ruolo centrale nella gestione di una crisi che ha impatti significativi sulla stabilità del Medio Oriente.
Hamas e la sospensione delle esecuzioni pubbliche
Hamas ha annunciato ai mediatori arabi l’intenzione di sospendere le esecuzioni pubbliche di membri di bande rivali nella Striscia di Gaza, come riportato dal Wall Street Journal e confermato da funzionari arabi.
Secondo quanto riferito dalle fonti, i mediatori avevano espresso preoccupazione che tali esecuzioni potessero fornire a Israele un pretesto per riprendere le operazioni militari contro Gaza. In risposta, il movimento palestinese ha manifestato la volontà di interrompere queste pratiche, segnalando un tentativo di contenere le tensioni in un momento di grande instabilità nella regione.
Il leader di Hamas, Khalil al-Hayya, ha sottolineato la determinazione del gruppo a mantenere valido un accordo che possa garantire una tregua più duratura: «Siamo determinati a far sì che questo accordo resti valido. Durerà, perché vogliamo che duri», ha dichiarato, evidenziando la volontà di stabilizzare la situazione, almeno temporaneamente.






