Washington, 9 ottobre 2025 – Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro oltre 50 persone, aziende e navi legate al settore petrolifero iraniano, intensificando la pressione su una delle principali fonti di reddito della Repubblica Islamica dell’Iran.
Le misure USA contro il petrolio iraniano
Le sanzioni mirano in particolare a coloro che facilitano la spedizione di gas di petrolio liquefatto proveniente dall’Iran e comprendono tra i soggetti sanzionati una raffineria privata e un porto situati in Cina. In particolare, è stata colpita la Shandong Jincheng Petrochemical Group Co., una raffineria cinese che, secondo il Tesoro americano, ha importato milioni di barili di petrolio iraniano nel corso del 2023. Inoltre, è stata sanzionata la società che gestisce il terminal petrolifero di Rizhao Shihua nel porto di Lanshan, accusata di aver ricevuto più di una dozzina di navi della cosiddetta “flotta ombra”, utilizzata per trasportare petrolio iraniano.
Questa nuova ondata di misure punitive rappresenta la quarta serie di sanzioni imposte dal Tesoro statunitense alle raffinerie con sede in Cina da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca nel 2025. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha sottolineato come tali azioni siano volte a “degradare il flusso di cassa dell’Iran smantellando elementi chiave della macchina iraniana per l’esportazione di energia”.
Sanzioni contro l’Iran
Il provvedimento arriva a poche settimane dall’attivazione delle cosiddette sanzioni “snapback” decise dalle Nazioni Unite contro l’Iran, per via delle preoccupazioni legate ai programmi nucleari e missilistici balistici di Teheran, aggravando ulteriormente l’isolamento internazionale del paese mediorientale.
Il ritorno della politica di sanzioni secondarie statunitensi, dopo l’abbandono dell’accordo sul nucleare iraniano, ha messo in difficoltà anche gli attori europei, fra cui l’Italia, che intrattiene con l’Iran relazioni economiche significative. L’Unione Europea ha espresso l’intenzione di adottare misure per tutelare le proprie aziende dall’effetto extraterritoriale delle sanzioni USA.






