Donald Trump ha commentato la decisione di togliere le sanzioni alla Siria, dichiarando di voler dare una chance al Paese”
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha commentato la sua recente decisione di revocare gran parte delle sanzioni economiche imposte alla Siria, sottolineando che questa mossa rappresenta una concreta opportunità per la sopravvivenza del Paese mediorientale. “Stiamo dando alla Siria una chance di sopravvivenza, con le sanzioni non avrebbe funzionato”, ha affermato Trump, evidenziando la sua posizione favorevole a una maggiore apertura verso Damasco.
La decisione di Trump sulle sanzioni alla Siria
La cancellazione delle sanzioni rappresenta un importante cambio di rotta rispetto alle politiche adottate nei precedenti anni. Le misure restrittive erano state imposte con l’obiettivo di isolare il regime siriano e limitare le sue capacità economiche e politiche, soprattutto in risposta alla guerra civile iniziata nel 2011 e agli abusi dei diritti umani. Con questa nuova decisione, l’amministrazione Trump intende offrire un margine di manovra al governo siriano, che dal dicembre 2024 è guidato da un governo di transizione, dopo la caduta della famiglia al-Asad.
La Siria, Paese con una popolazione di oltre 22 milioni di abitanti, ha subito un grave deterioramento socioeconomico a causa del conflitto prolungato e delle sanzioni internazionali. La revoca delle restrizioni mira ora a favorire una possibile ripresa economica e la stabilizzazione politica, anche se restano molte incognite sulla reale efficacia di questa strategia.
L’impatto internazionale della rimozione delle sanzioni
La decisione di rimuovere le sanzioni può avere significative ripercussioni sullo scenario geopolitico regionale, coinvolgendo attori come la Turchia, l’Iraq e Israele, confinanti con la Siria. Resta da monitorare come questa svolta sarà accolta dalla comunità internazionale e quale impatto avrà sugli equilibri già fragili dell’area.
Donald Trump continua così a dettare l’agenda politica estera americana, confermando la sua determinazione a imprimere un segno distintivo alla sua presidenza, anche su questioni complesse come il futuro della Siria.






