Donald Trump torna all’attacco dei giudici coinvolti nelle sue vicende giudiziarie, scatenando nuove polemiche sull’indipendenza del potere giudiziario negli Stati Uniti. Attraverso la sua piattaforma Truth, il presidente ha rivolto aspre critiche a diversi giudici e procuratori, minacciando pesanti conseguenze contro coloro che, a suo giudizio, stanno agendo in modo illegittimo nei suoi confronti.
Trump contro i giudici: accuse di partigianeria e minacce
In particolare, Trump ha puntato il dito contro la procuratrice di Atlanta Fani Williams, recentemente sconfitta nel tentativo di tornare alla guida dell’indagine sul tycoon, e il giudice di New York Juan Merchan, che secondo Trump avrebbe dovuto ricusarsi nel processo riguardante i pagamenti alla pornostar, motivando ciò con il fatto che sua figlia “raccoglieva fondi per Biden e Kamala”. Non sono mancati attacchi anche all’ex super procuratore Jack Smith, accusato insieme all’amministrazione Biden di aver avviato indagini contro il movimento conservatore Turning Point USA di Charlie Kirk nell’ambito delle indagini sul tentativo di ribaltare il voto del 2020.
Il presidente ha auspicato che tutti questi funzionari giudiziari paghino un “prezzo molto alto” per le loro azioni, definite “illegali”, evocando “serie conseguenze” per chi osa ostacolare la sua agenda politica.
Inoltre, l’amministrazione Trump si è spinta oltre le critiche, arrivando a minacciare procedure di impeachment contro giudici federali che si sono opposti a sue politiche, come nel caso del giudice James Boasberg, che aveva bloccato la deportazione di migranti venezuelani verso paesi ritenuti pericolosi. Questi episodi evidenziano un clima di forte tensione tra potere esecutivo e giudiziario, con ripercussioni significative sulla tenuta del sistema democratico e sul principio della separazione dei poteri.






