Altre forme di protesta sono diventate illegali: gli studenti universitari hanno scelto lo sciopero della fame
Studenti della California State University hanno avviato uno sciopero della fame per protestare contro la drammatica situazione a Gaza e il blocco degli aiuti israeliano. I manifestanti chiedono il disinvestimento dalle aziende di armi, tra cui una partnership con Boeing.
Un gruppo di oltre venti studenti della California State University ha avviato uno sciopero della fame dal 5 maggio, per protestare contro la drammatica situazione a Gaza. Questa iniziativa è stata intrapresa in risposta al blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele, che ha aggravato ulteriormente la crisi umanitaria nella regione. Gli studenti provengono da diversi campus, tra cui San José, Sacramento, San Francisco e Long Beach, e hanno scelto questa forma di manifestazione per attirare l’attenzione su una situazione che continua a deteriorarsi.
La repressione delle manifestazioni pacifiche
Max Flynt, uno degli studenti partecipanti al digiuno, ha spiegato che molte forme di protesta tradizionali, come gli accampamenti, sono state rese praticamente illegali negli Stati Uniti. “Se provassimo a piantare una tenda oggi, la polizia interverrebbe quasi immediatamente,” ha dichiarato, evidenziando la crescente repressione delle manifestazioni pacifiche nei campus universitari. Questo fenomeno ha avuto inizio durante l’amministrazione Biden e ha visto un inasprimento significativo sotto la presidenza di Donald Trump, con particolare attenzione agli studenti stranieri che sostengono la causa palestinese.
Richieste di disinvestimento da parte degli studenti
Oltre a sensibilizzare riguardo alla situazione di Gaza, gli studenti in sciopero della fame chiedono che le università californiane disinvestano da aziende che producono armi. Un esempio emblematico è la partnership dell’Università di Long Beach con Boeing, nota per fornire aerei alle forze armate israeliane. Questa richiesta si inserisce in un contesto più ampio di crescente pressione sulle istituzioni accademiche affinché si distacchino da pratiche commerciali ritenute eticamente discutibili.
L’importanza dell’attivismo studentesco
Il digiuno degli studenti ha già attirato l’attenzione dei media e degli attivisti per i diritti umani, sottolineando come le università possano svolgere un ruolo cruciale nel promuovere la giustizia sociale e i diritti umani globali. In un momento in cui la politica internazionale è caratterizzata da conflitti e tensioni, le voci di questi giovani studenti si fanno sempre più sentire, richiamando l’attenzione su questioni che riguardano non solo Gaza, ma anche il diritto all’attivismo e alla libertà di espressione.






