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Home Esteri

Usa, introdotta nuova tassa “visa integrity fee” di almeno 250 dollari per i visitatori

by Marco Viscomi
22 Luglio 2025
Aeroporto JFK di New York, Usa

Aeroporto JFK di New York, Usa | Shutterstock

Washington, 22 luglio 2025 – Gli Stati Uniti stanno introducendo una nuova tassa chiamata “visa integrity fee”, un’imposta aggiuntiva di almeno 250 dollari che si somma ai costi già esistenti per il rilascio dei visti. Questa misura, prevista da una disposizione contenuta nel recente pacchetto di politiche interne approvato dall’amministrazione Trump, si applicherà a tutti i visitatori internazionali che necessitano di un visto non immigrante per entrare nel paese.

Visa integrity fee, nuova tassa sui visti non immigranti: chi la paga e come funziona

La “visa integrity fee” colpirà una vasta categoria di viaggiatori: dai turisti, ai viaggiatori d’affari, agli studenti internazionali, fino a tutti gli altri visitatori temporanei. Nel solo anno fiscale 2024, gli Stati Uniti hanno rilasciato quasi 11 milioni di visti non immigranti, secondo i dati del Dipartimento di Stato. I viaggiatori provenienti da paesi inclusi nel Visa Waiver Program (VWP), come Australia e molti stati europei, che possono entrare senza visto per soggiorni fino a 90 giorni, non saranno soggetti a questa tassa, ma il costo delle autorizzazioni elettroniche di viaggio ESTA legate al VWP salirà a almeno 40 dollari, quasi il doppio rispetto al passato.

Il pagamento del nuovo contributo sarà obbligatorio al momento dell’emissione del visto, senza possibilità di esenzioni. Tuttavia, la disposizione prevede che i viaggiatori che rispettano tutte le condizioni del visto possano richiedere il rimborso della tassa una volta terminato il viaggio negli Stati Uniti. Questa formula ha portato alcuni esperti a definire la tassa come un “deposito cauzionale rimborsabile”.

Il parere degli esperti e le criticità della nuova imposta

Steven A. Brown, avvocato specializzato in immigrazione con base a Houston, ha descritto la tassa come una sorta di “deposito di sicurezza” nel suo recente commento sulla novità normativa. Brown ha però sottolineato come i dettagli sul meccanismo di rimborso siano ancora poco chiari e non definiti dalle autorità competenti.

“In genere, le tasse per i visti servono a coprire le spese legate all’elaborazione e al rilascio,” ha spiegato Brown in una comunicazione a CNN, “ma la possibilità di rimborso potrebbe significare che l’intero importo versato venga restituito in caso di pieno rispetto delle regole. In un mondo ideale, non ci sarebbero violazioni né soggiorni oltre il periodo consentito.”

Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS), ente responsabile dell’implementazione della tassa, non ha ancora fornito dettagli sul processo di rimborso né su altri aspetti operativi della misura. Un portavoce del DHS ha precisato che l’applicazione della nuova tassa richiede una coordinazione interagenzia prima della sua entrata in vigore.

Il Dipartimento di Stato ha invece spiegato che l’obiettivo della tassa è sostenere le priorità amministrative volte a rafforzare l’applicazione delle leggi sull’immigrazione, scoraggiare i soggiorni irregolari e finanziare la sicurezza delle frontiere. Le somme non rimborsate saranno versate al fondo generale del Tesoro americano.

Impatto economico e reazioni del settore turistico

La tassa iniziale per l’anno fiscale 2025 sarà il maggiore tra 250 dollari o l’importo che il Segretario per la Sicurezza Interna stabilirà tramite regolamentazione, con aggiornamenti annuali per adeguare il valore all’inflazione.

L’U.S. Travel Association, associazione nazionale senza scopo di lucro che promuove i viaggi negli USA, ha espresso critiche verso la nuova tassa, definendola un “passo indietro significativo.” Erik Hansen, vicepresidente senior per le relazioni governative dell’associazione, ha dichiarato che questa tassa aggiungerebbe un “ostacolo finanziario non necessario per i visitatori internazionali” e potrebbe scoraggiare potenziali turisti e viaggiatori d’affari.

Secondo i calcoli dell’associazione, la tassa aumenterebbe il costo iniziale per visitare gli Stati Uniti del 144%. Hansen ha inoltre sottolineato che molti visti hanno una validità fino a 10 anni, per cui, sebbene la tassa sia concepita come un pagamento temporaneo legato all’osservanza delle regole, la lunga durata del visto potrebbe rendere complicata la gestione dei rimborsi e far percepire questo costo come permanente.

Il Dipartimento di Stato ha assicurato che tutte le informazioni sull’applicazione della tassa saranno rese disponibili sulla pagina ufficiale dedicata ai visti, in collaborazione con il DHS.

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