Roma, 5 agosto 2025 – La NASA si prepara a un passo storico nell’esplorazione spaziale con l’annuncio imminente di un piano per la costruzione di un reattore nucleare sulla Luna. L’iniziativa, riportata da Politico, sarà presentata questa settimana da Sean Duffy, attuale segretario ai Trasporti degli Stati Uniti e amministratore ad interim della NASA, nominato dal presidente Donald Trump a luglio 2025.
Il progetto del reattore nucleare lunare
L’idea di realizzare un reattore nucleare sulla superficie lunare non è nuova per la NASA, ma sotto la guida di Duffy la tempistica per la sua realizzazione diventa più concreta. Secondo i documenti in possesso di Politico, il progetto mira a fornire una fonte di energia stabile e continua per i futuri insediamenti umani sul satellite terrestre, un’esigenza fondamentale soprattutto durante la lunga notte lunare di circa 14 giorni e mezzo, quando i pannelli solari risultano inutilizzabili.
Il programma Nasa, noto come Fission Surface Power Project, coinvolge già diverse aziende come Lockheed Martin, Westinghouse e una joint venture texana che include Boeing, impegnate a sviluppare reattori compatti in grado di produrre circa 40 kW di energia elettrica, sufficiente a sostenere habitat, rover ed esperimenti scientifici. L’obiettivo è realizzare un impianto sicuro, modulare, con un peso inferiore alle sei tonnellate e in grado di operare senza manutenzione umana per almeno dieci anni. La fase finale di progettazione è prevista per il 2025, con un possibile lancio all’inizio degli anni ’30.
La competizione internazionale e il ruolo italiano
Oltre agli Stati Uniti, anche Cina e Russia collaborano per installare un impianto nucleare sulla Luna entro il 2035, come dichiarato dall’agenzia spaziale russa Roscosmos. I lavori per la base lunare sino-russa dovrebbero partire intorno al 2030, con l’obiettivo di attivare una “power unit” nucleare nel periodo 2033-2035.
In ambito europeo, l’Italia attraverso l’ENEA e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha siglato un accordo per sviluppare un mini-reattore nucleare “made in Italy” destinato a fornire energia alle basi lunari e future missioni su Marte. Il progetto punta su modularità, sicurezza e leggerezza, valorizzando le competenze multidisciplinari dei centri di ricerca italiani a Bologna e Brasimone.
La strategia americana, guidata da Sean Duffy, si inserisce in un quadro più ampio di rilancio della presenza statunitense nello spazio, con l’intento dichiarato di vincere una nuova corsa allo spazio e accelerare gli sforzi per raggiungere Luna e Marte, competendo con le potenze emergenti.






