Kuala Lumpur, 26 ottobre 2025 – Dopo due giorni di intensi negoziati in Malesia, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha annunciato un importante passo avanti nelle relazioni commerciali con la Cina, escludendo l’imposizione di dazi aggiuntivi del 100%, che era stata minacciata in precedenza. L’accordo riguarda in particolare il commercio di terre rare e soia, due settori strategici per entrambe le economie, e arriva in vista dell’attesissimo incontro bilaterale tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, previsto per il 30 ottobre a Seul.
Accordo Usa-Cina su terre rare e soia: un segnale di distensione
Scott Bessent ha confermato che la minaccia di un’escalation tariffaria del 100% sulla Cina è stata ufficialmente esclusa. Un risultato definito «molto positivo» dopo colloqui descritti come «molto buoni». L’accordo ha visto Pechino impegnarsi a ridurre le restrizioni sulle esportazioni di terre rare, materiali essenziali per la produzione tecnologica, mentre Washington ha ottenuto un impegno a incrementare l’importazione di soia, settore particolarmente sensibile per gli agricoltori americani, base elettorale cruciale per Trump.
La decisione di sospendere l’inasprimento delle tariffe arriva dopo mesi di tensioni, durante i quali la Casa Bianca aveva minacciato di introdurre dazi punitivi per contrastare il controllo cinese su queste risorse strategiche. Il ministero degli Esteri cinese aveva risposto con fermezza, condannando l’uso delle questioni russe come pretesto per restrizioni commerciali e sottolineando la volontà di mantenere una linea di dialogo.
Secondo il segretario del Tesoro, Pechino e Washington avrebbero anche “trovato un’intesa sulla vendita di TikTok”.
Il contesto geopolitico e le sfide energetiche
Il negoziato si inserisce in un quadro più ampio di rivalità economica e geopolitica tra Stati Uniti e Cina, con la guerra commerciale che si intreccia a questioni energetiche delicate, come l’import di petrolio russo da parte di Pechino. Mentre Washington ha imposto sanzioni secondarie contro le compagnie russe Rosneft e Lukoil, Pechino ha dovuto sospendere temporaneamente parte degli acquisti via mare di petrolio russo, per evitare ripercussioni finanziarie internazionali. Tuttavia, come evidenziato da fonti Reuters, questa sospensione non equivale a un impegno politico formale, e la Cina continua a mantenere un approccio strategico volto a salvaguardare i propri interessi.
Il tema energetico si lega anche alle tensioni con il Giappone, poiché Trump ha chiesto alla premier Sanae Takaichi di interrompere l’import di gas naturale liquefatto russo, una richiesta difficile da accogliere date le attuali dipendenze.






