Washington, 18 dicembre 2025 – Il governo degli Stati Uniti ha annunciato oggi un nuovo pacchetto di sanzioni contro 29 navi appartenenti alla cosiddetta “flotta ombra“, impegnate nel trasporto clandestino di petrolio e prodotti petroliferi iraniani. L’iniziativa, voluta dal Dipartimento del Tesoro, mira a bloccare il flusso di entrate finanziarie del regime iraniano, utilizzate per sostenere attività terroristiche e altre operazioni illecite, come comunicato dal Dipartimento di Stato.
L’azione contro la flotta ombra e le reti di supporto
Tra le entità colpite dalle misure punitive figurano diverse società operanti in paesi come Emirati Arabi Uniti, India, Isole Marshall e Panama, nonché una rete di navi e società sotto la gestione di Hatem Elsaid Farid Ibrahim Sakr, imprenditore egiziano coinvolto nel traffico di greggio. Queste navi avrebbero movimentato petrolio iraniano per un valore di centinaia di milioni di dollari.
Secondo il vice portavoce del Dipartimento di Stato, Tommy Pigott, l’operazione “limita ulteriormente la capacità dell’Iran di esportare petrolio attraverso meccanismi oscuri e fraudolenti“. Gli Stati Uniti si impegnano a mantenere la pressione massima sul regime di Teheran, come previsto dal Memorandum presidenziale sulla sicurezza nazionale n. 2, e a utilizzare “tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastare coloro che agevolano il commercio illecito di petrolio iraniano”.
Contesto internazionale e recenti sviluppi
Questa nuova ondata di sanzioni giunge in un momento di crescente tensione nella regione e segue il recente sequestro della superpetroliera Skipper nei Caraibi, operazione condotta dalla Guardia Costiera statunitense con il supporto della portaerei USS Gerald R. Ford e agenzie federali come FBI e Homeland Security Investigations. La nave, nota per essere stata in passato inserita nelle liste sanzionatorie dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC) per il trasporto di petrolio iraniano e venezuelano in violazione delle restrizioni, è stata fermata in acque internazionali vicino alle coste venezuelane.
Le autorità statunitensi sottolineano come questa azione rappresenti un messaggio forte volto a colpire le reti di trasporto petrolifero che operano nell’ombra, utilizzando metodi quali lo spoofing dei transponder e l’impiego di bandiere di comodo per eludere i controlli internazionali. Il sequestro della Skipper ha avuto un impatto immediato sulle rotte dell’export petrolifero e ha messo in luce la complessità del cosiddetto shadow trade, con proprietà opache, assicurazioni poco trasparenti e scambi ship-to-ship in zone a controllo ridotto.
Di fronte a queste iniziative, il regime iraniano e i suoi alleati hanno espresso dure critiche, denunciando violazioni del diritto internazionale e parlando di pirateria. Tuttavia, gli Stati Uniti ribadiscono la loro determinazione a impedire che il commercio illecito di petrolio finanzi le attività destabilizzanti e terroristiche nella regione.






