Roma, 3 ottobre 2025 – Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno lanciato ieri granate nelle vicinanze di peacekeeper impegnati nella missione UNIFIL nel sud del Libano, a Maroun ar-Ras. Lo rende noto una nota ufficiale dell’UNIFIL, che sottolinea come fortunatamente nessun militare sia rimasto ferito a seguito dell’incidente. L’azione è stata definita un grave segnale di disprezzo nei confronti della sicurezza dei caschi blu e dell’esercito libanese, nonché della stabilità che la missione cerca di mantenere nella regione.
L’escalation degli scontri in Libano e il ruolo di UNIFIL
Il contesto di questo episodio è caratterizzato da una crescente tensione lungo la Linea Blu, con ripetuti attacchi e incidenti tra le forze israeliane e i peacekeeper dell’ONU. Nelle ultime settimane, due carri armati israeliani sono penetrati con la forza in una postazione di UNIFIL nel sud del Libano, causando il ferimento di 15 caschi blu. Israele ha definito tale azione «un errore» dovuto al fatto che un suo tank si sarebbe trovato «sotto il fuoco». Parallelamente, sono proseguiti i lanci di razzi da parte di Hezbollah verso comunità israeliane e truppe dell’Idf, con un bilancio di almeno quattro soldati israeliani morti e oltre 60 feriti in seguito a un attacco con drone nel nord di Israele.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito questi attacchi contro la missione UNIFIL come possibili crimini di guerra, richiamando il rispetto del diritto internazionale e sottolineando che il personale di pace non dovrebbe mai essere preso di mira. Anche l’Unione Europea ha espresso la sua «grave preoccupazione» per questa escalation, condannando fermamente ogni forma di aggressione contro le forze di pace.
Il mandato e la presenza italiana nella missione UNIFIL
La missione UNIFIL è attiva dal 1978 con il compito di mantenere la pace e la sicurezza nel sud del Libano, confermare il ritiro israeliano e sostenere il governo libanese nel ripristino della sua autorità nella regione. Attualmente conta oltre 10.000 militari, tra cui un contingente di circa 1.200 soldati italiani che operano in prima linea.
L’evoluzione della situazione in Libano resta dunque particolarmente delicata, mentre la comunità internazionale continua a monitorare con attenzione eventuali sviluppi che potrebbero compromettere la fragile stabilità della regione.






