20 Paesi UE hanno firmato una lettera indirizzata alla Commissione, richiedendo l’uso dell’intera cassetta degli attrezzi per affrontare la situazione in Ungheria riguardante il rispetto dei diritti civili, in particolare per la comunità Lgbtiq+
Un crescente numero di Stati membri dell’Unione Europea sta alzando la voce contro le politiche del governo ungherese guidato da Viktor Orbán, evidenziando preoccupazioni riguardo al rispetto dei diritti civili e delle libertà fondamentali. Recentemente, ben venti Paesi Ue hanno unito le forze per inviare una lettera alla Commissione Europea, chiedendo l’uso dell’“intera cassetta degli attrezzi a sua disposizione” per affrontare le problematiche legate alla situazione in Ungheria.
La lettera dei venti Paesi Ue
Tra i firmatari della lettera figurano nazioni come Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. Questo atto è stato redatto in occasione del Consiglio Affari Generali dell’Unione, un incontro cruciale dove si discute lo Stato di diritto negli Stati membri. I Paesi firmatari hanno sottolineato l’urgenza di azioni concrete da parte dell’Unione Europea, specialmente se l’Ungheria non modifica il proprio atteggiamento nei confronti dei diritti della comunità Lgbtiq+ e delle libertà di parola e di assemblea.
Possibili misure contro l’Ungheria
Tra le misure che potrebbero essere adottate, spicca l’articolo 7 dei trattati Ue, che consente di sospendere i diritti di voto di uno Stato membro in caso di violazioni gravi dei principi fondamentali dell’Unione. Tuttavia, un diplomatico ha chiarito che la lettera non è stata scritta con l’intento di attivare immediatamente tale articolo, affermando: “Non siamo ancora a quel punto”. Nonostante ciò, il messaggio rimane forte e chiaro: venti Stati membri esprimono una profonda preoccupazione per la situazione in Ungheria.
Un contesto di crescente pressione internazionale
La crescente pressione internazionale su Budapest si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla democrazia e sui diritti umani all’interno dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, il governo di Orbán ha adottato misure che molti critici considerano illiberali, come le restrizioni sulla libertà di stampa e sull’indipendenza della giustizia. La risposta dell’Ue a tali sviluppi rappresenta non solo una sfida per Budapest, ma anche un test della coesione e dell’impegno dell’Unione Europea nella difesa dei valori democratici.






