Roma, 13 dicembre 2025 – Più di un milione di famiglie ucraine sono rimaste senza elettricità a seguito di una serie di raid notturni condotti dalle forze russe contro infrastrutture energetiche e industriali. Lo hanno reso noto le autorità di Kiev, come riportato dalla Bbc, sottolineando che gli attacchi hanno interessato cinque regioni diverse, provocando anche almeno cinque feriti.
Attacchi a Kiev e conseguenze sulle infrastrutture energetiche
Il ministro degli Interni ucraino, Ihor Klymenko, ha confermato i danni subiti dalle infrastrutture energetiche in seguito ai raid russi, evidenziando che sono in corso le operazioni per spegnere gli incendi divampati e per ripristinare la fornitura elettrica. L’impatto di questi attacchi ha lasciato senza luce un numero imponente di famiglie, aggravando ulteriormente la situazione umanitaria nella regione. Inoltre, il sindaco di Kiev, Vitaliy Klychko, ha riferito di cinque esplosioni avvenute nei pressi della centrale elettrica CHP-6, situata a circa 14 chilometri dal centro della capitale, un segnale dell’intensificarsi delle operazioni militari nella zona.
La posizione italiana e il contesto internazionale
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito che la questione delle concessioni territoriali è esclusivamente una decisione sovrana dell’Ucraina, smentendo che la premier Giorgia Meloni abbia mai esercitato pressioni sul presidente Volodymyr Zelensky in merito a proposte americane. Tajani ha inoltre espresso perplessità di natura giuridica riguardo all’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina, sottolineando la necessità di valutare con attenzione ogni aspetto legale prima di procedere a misure di questo tipo.

Nel contesto più ampio della crisi, l’Unione Europea è impegnata a definire un piano di aiuti che possa garantire un sostegno finanziario a Kiev per almeno due anni, utilizzando anche le riserve russe congelate come garanzia per prestiti, una strategia che si accompagna al possibile sblocco di un prestito da parte del Fondo Monetario Internazionale fino al 2029. Tuttavia, permangono divisioni tra gli Stati membri sulle modalità e le condizioni di questo supporto, con alcuni paesi, Italia inclusa, che mostrano cautela rispetto all’utilizzo diretto dei beni russi.
Nella cornice della guerra in corso, il presidente Zelensky ha rifiutato l’offerta degli Stati Uniti di evacuare Kiev, dichiarando di volere munizioni e di voler combattere per la difesa del paese. Intanto, la situazione sul terreno resta estremamente tesa, con l’attesa di nuovi attacchi e un futuro ancora incerto per l’Ucraina e la stabilità dell’intera regione europea.






