L’Alta rappresentante dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha parlato dell’idea di sanzionare Israele: ecco cosa ha detto
Nel corso del dibattito tenutosi oggi al Parlamento Europeo, Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha espresso il suo profondo dolore per la sofferenza umana nella Striscia di Gaza, evidenziando come la tragedia si sia aggravata con la morte di almeno cinquanta persone in cerca di farina. Nonostante il suo personale desiderio di adottare sanzioni contro Israele, Kallas ha sottolineato l’impossibilità di procedere senza un consenso unanime tra i 27 Stati membri dell’UE.
La posizione di Kaja Kallas sul conflitto a Gaza
Durante il suo intervento, Kallas ha ribadito di essere in stretto contatto con le autorità israeliane, esercitando pressione affinché l’aiuto umanitario possa entrare nella Striscia di Gaza senza essere utilizzato come strumento di conflitto. “È doloroso per me vedere questa sofferenza. Quando sento che 50 persone sono state uccise perché volevano prendere della farina, mi domando cosa possiamo fare di più”, ha detto, visibilmente turbata. Ha inoltre ricordato il voto favorevole di due terzi del Parlamento Europeo per il riesame dell’accordo di associazione UE-Israele, un segnale importante che può influenzare la posizione dei governi nazionali.
Tuttavia, Kallas ha chiarito che la sua funzione di Alta rappresentante la obbliga a rappresentare l’insieme dei 27 Stati membri e che qualsiasi decisione di sanzionare Israele richiede unanimità, attualmente non raggiunta. “Parlate come se io fossi l’unica responsabile, ma rappresento 27 Stati membri e serve l’unanimità. Se spettasse a me decidere personalmente, una decisione la prenderei, ma non posso farlo“, ha spiegato.
Le sfide interne all’UE e il ruolo di Ursula von der Leyen
La frustrazione di Kallas si inserisce in un contesto europeo più ampio, segnato da divisioni interne e difficoltà nel trovare un fronte comune sulle politiche estere. Le recenti analisi indicano come la figura della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, stia assumendo un ruolo sempre più centrale e accentratore nelle decisioni della politica europea, accentuando il proprio controllo e riducendo l’autonomia di altri attori istituzionali, inclusa la stessa Alta rappresentante.
Secondo fonti interne, Kallas avrebbe incontrato notevoli difficoltà nel costruire uno staff adeguato e nel trovare consenso tra i governi, mentre von der Leyen rafforza la propria posizione attraverso un “gabinetto di guerra” che concentra poteri soprattutto nella gestione delle crisi internazionali. In questo scenario, l’Unione Europea appare ancora in cerca di un equilibrio efficace per affrontare le sfide geopolitiche, come quella aperta nel Medio Oriente.






