Kaja Kallas ha denunciato lo scarso numero di aiuti che entra nella Striscia di Gaza: ecco le sue parole
La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza continua ad aggravarsi, e le misure di assistenza internazionale faticano a raggiungere la popolazione locale. È quanto ha dichiarato oggi Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, all’arrivo alla riunione ministeriale Ue dedicata al vicinato meridionale.
La situazione a Gaza: aiuti insufficienti e perdite drammatiche
“La situazione sul campo a Gaza è grave, un conto è firmare accordi sulla carta e un altro attuarli: abbiamo visto dei segnali, più camion che entrano a Gaza, ma non è abbastanza”, ha affermato Kallas, sottolineando come l’ingresso degli aiuti umanitari rimanga ancora troppo limitato rispetto alle necessità della popolazione. La Striscia di Gaza, con una popolazione di circa 590.000 abitanti, è da mesi teatro di un conflitto che ha provocato una perdita di vite umane impressionante. Secondo uno studio pubblicato nel 2025, la guerra in corso ha ridotto l’aspettativa di vita nella Striscia di Gaza di oltre 30 anni, quasi dimezzandola rispetto ai livelli prebellici, con un impatto particolarmente grave sugli uomini ma significativo anche per le donne.
Possibili misure contro Israele e il ruolo dell’UE
Riguardo alle possibili azioni contro Israele per le violazioni dei diritti umani durante il conflitto, Kallas ha riferito: “Mi è stato chiesto di stilare una lista, ora sono i 27 a dover decidere cosa fare”. La dirigente europea ha dunque rimarcato la necessità che gli Stati membri trovino un consenso su eventuali provvedimenti sanzionatori o altre iniziative a livello comunitario. Intanto, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’escalation del conflitto e la crisi umanitaria che si è venuta a creare.
La Striscia di Gaza, da tempo sotto blocco e teatro di frequenti scontri, vive una situazione di emergenza profonda, in cui l’approvvigionamento di beni essenziali, medicinali e aiuti umanitari non è ancora garantito in modo adeguato. La gestione di questa crisi rappresenta una delle più complesse sfide per l’Unione Europea e la comunità internazionale nel contesto geopolitico mediorientale.






