Bruxelles, 11 dicembre 2025 – Il Consiglio dell’Unione Europea ha avviato formalmente la procedura scritta per l’approvazione della proposta che permette il blocco degli asset russi detenuti in Europa tramite una decisione a maggioranza qualificata, abbandonando così la precedente prassi dell’unanimità. Questo cambiamento normativo, promosso dalla presidenza danese e concordato dal Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue), mira a garantire una maggiore efficacia e sostenibilità nella gestione delle sanzioni economiche contro la Russia.
La nuova procedura a maggioranza per il blocco degli asset russi
Secondo quanto riferito da fonti europee, la versione rivista del testo si concentra esclusivamente sulla conferma dell’immobilizzazione dei beni russi presenti nel territorio europeo. L’introduzione dell’articolo 122 del Trattato, che consente di procedere con una decisione a maggioranza qualificata, rappresenta un passaggio cruciale per superare le difficoltà legate al consenso unanime tra gli Stati membri. La procedura scritta, che si concluderà entro domani alle 17:00, formalizzerà quindi il rinnovo a tempo indeterminato delle sanzioni economiche che congelano tali asset.
Sul fronte politico, l’Ungheria e la Slovacchia si sono distinte come unici Paesi contrari sia al merito della proposta sia alla modalità della procedura scritta, confermando così le loro riserve rispetto al meccanismo di decisione a maggioranza. Gli altri Stati membri hanno invece espresso il proprio consenso, sottolineando la necessità di mantenere ferme le misure restrittive nei confronti della Russia in un contesto di crescente attenzione verso la sicurezza e la stabilità europea.
Prospettive sul finanziamento all’Ucraina
Parallelamente, proseguiranno nei prossimi giorni i lavori comunitari riguardanti il finanziamento dell’Ucraina per il biennio 2026-2027. Una fonte europea ha precisato che si stanno definendo i dettagli sul prestito a Kiev, che dovrebbe essere garantito proprio da parte degli asset russi congelati, consolidando così una strategia che lega la gestione delle sanzioni al sostegno economico diretto al Paese colpito dal conflitto.
Potrebbe interessarti anche questo articolo: NATO, Rutte: “Siamo il prossimo obiettivo della Russia”






