In una conferenza stampa congiunta con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la sua ferma volontà di porre fine alla guerra in corso con la Russia entro l’anno in corso. Un messaggio chiaro che rilancia l’impegno di Kiev nel contesto europeo e internazionale.
Zelensky: “La forza dell’Europa contro la Russia”
Durante l’incontro a Bruxelles, Zelensky ha sottolineato come la Russia avesse sottovalutato la capacità dell’Europa di mostrarsi unita e forte. “La Russia non ha mai creduto che l’Europa potesse essere forte. Ma durante questi anni, insieme a tutto il team europeo e con molti leader europei, abbiamo dimostrato che la Russia si sbagliava”, ha dichiarato il presidente ucraino.
In questo contesto, ha rimarcato l’importanza del sostegno europeo a Kiev, affermando che “aiutare Kiev significa aiutare l’Europa”. Un invito a rafforzare la coesione tra gli Stati membri, soprattutto per superare le dipendenze energetiche da Mosca. In particolare, è stato discusso “come rendere le posizioni di Slovacchia e Ungheria più europee, poiché dipendono ancora in una certa misura dal settore energetico russo”.
Il piano di Zelensky: fine della guerra in Ucraina entro il 2025 o un piano alternativo da 120 miliardi di dollari
Zelensky ha inoltre illustrato il suo “piano A”, che punta a concludere il conflitto entro la fine di quest’anno. “Il mio piano A è finire la guerra quest’anno”, ha detto, ma ha anche riconosciuto la necessità di un piano alternativo: “il piano B costa 120 miliardi di dollari per il 2026, sessanta arrivano dal budget ucraino, sessanta li dobbiamo trovare”.
Il presidente ucraino ha inoltre espresso la sua fiducia nelle prossime misure sanzionatorie degli Stati Uniti per aumentare la pressione sulla Russia e nel rafforzamento delle garanzie di sicurezza occidentali a Kiev.
L’incontro con la presidente del Parlamento Europeo si inserisce in una serie di visite diplomatiche intraprese da Zelensky nelle principali capitali europee, tra cui Roma, Parigi, Berlino e Londra, con l’obiettivo di ottenere sostegno politico, economico e militare per l’Ucraina e aprire la strada a un ingresso accelerato nell’Unione Europea.






