Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha rilasciato dichiarazioni sulla futura strategia degli Stati Uniti riguardo alle sanzioni imposte alla Russia a seguito del conflitto russo-ucraino, sottolineando che la rimozione delle restrizioni economiche non è prevista nell’accordo attuale per la pace, ma avverrà in modo graduale dopo la fine della guerra.
Ucraina, Zelensky sulle sanzioni USA: nessuna revoca immediata
Durante un incontro con i giornalisti, come riportato da Ukrainska Pravda, Zelensky ha spiegato che nel testo dell’accordo in fase di stesura non è contemplata una revoca immediata delle sanzioni contro Mosca da parte degli Stati Uniti. Tuttavia, ha chiarito che Washington intende procedere a una rimozione sistematica e graduale delle sanzioni solo al termine del conflitto armato. Il presidente ucraino ha inoltre evidenziato l’incognita relativa al ruolo che giocheranno i Paesi europei in questa fase: “La domanda è quanto forti potranno essere gli europei”.
Queste affermazioni arrivano in un momento di grande tensione internazionale, con il conflitto che dura da febbraio 2022 e che ha causato migliaia di vittime civili e militari, oltre a una crisi umanitaria di proporzioni vaste.
Contesto del conflitto e impatto delle sanzioni
La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata con l’invasione su larga scala ordinata da Mosca, ha visto un coinvolgimento diretto delle forze militari di entrambi i Paesi e un crescendo di pressioni politiche e diplomatiche da parte della comunità internazionale. Le sanzioni economiche imposte principalmente dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea hanno mirato a isolare la Russia e a ridurre la sua capacità di proseguire l’offensiva militare.
Nonostante le pressioni, il conflitto continua senza segnali concreti di una rapida risoluzione. Zelensky ha più volte sottolineato la necessità di mantenere l’unità occidentale e il sostegno militare a Kiev, mentre le trattative di pace rimangono difficili e il numero delle vittime civili continua a salire.
Il presidente ucraino, noto anche per la sua originale carriera di attore e comico prima di entrare in politica nel 2019, continua a rappresentare la figura simbolo della resistenza ucraina, impegnandosi nel dialogo internazionale per trovare soluzioni che portino a una pace duratura senza compromettere la sovranità del proprio Paese.






