Mosca, 16 dicembre 2025 – Nel quadro delle complesse trattative per la pace in Ucraina, emergono segnali contrastanti tra la speranza di un accordo e le ferme posizioni di Mosca. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che si è “più vicini che mai” a raggiungere un’intesa di pace, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di “negoziati di pace più intensi e mirati dall’inizio di questa guerra”. Tuttavia, il Cremlino resta fermo e respinge l’ipotesi di una tregua, anche durante le festività natalizie.
Guerra in Ucraina, proseguono i negoziati di pace
Il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, ha affermato che ci si trova “sulla soglia” di un accordo, ma i dettagli rimangono oscuri e molte questioni chiave restano aperte. Tra queste, la disputa sui territori contesi, la presenza di truppe Nato in Ucraina e l’uso degli asset russi. Prima ancora di conoscere le proposte scaturite dall’incontro di Berlino, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha espresso scetticismo sulla partecipazione europea ai negoziati, sottolineando che non promette “risultati accettabili da Mosca”.
Inoltre, la questione delle garanzie di sicurezza occidentali per Kiev è ancora in sospeso. Mosca attende un testo chiaro che specifichi se l’articolo 5 della Nato possa essere esteso all’Ucraina. Al momento, la Russia si oppone categoricamente alla presenza di truppe Nato sul territorio ucraino, inclusi eventuali contingenti della cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi”. Ryabkov ha dichiarato senza mezzi termini: “Non sottoscriveremo, accetteremo o saremo nemmeno soddisfatti di alcuna presenza di truppe Nato in Ucraina”.
Zelensky e Trump: incontri e prospettive
Uscendo da Berlino, Zelensky ha annunciato che le proposte negoziali saranno ultimate nei prossimi giorni e inviate a Mosca, pur ammettendo che permangono divergenze “sul futuro dei territori rivendicati dalla Russia”. Fonti americane indicano che delegati statunitensi e ucraini si riuniranno a Miami, probabilmente nel fine settimana, per approfondire la questione delle mappe territoriali, coinvolgendo anche esperti militari.
Tuttavia, Ryabkov ha ribadito in un’intervista a ABC News che la Russia non può “assolutamente scendere a compromessi” su regioni come Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea. Zelensky, da parte sua, ha sottolineato che Kiev non riconoscerà mai il Donbass come territorio russo “né de jure né de facto”.
In questo contesto, Donald Trump si prepara a un vertice alla Casa Bianca con Zelensky, previsto per domani, in cui discuteranno delle richieste avanzate da Putin nel recente incontro in Alaska. Tra queste vi sono la cessione del Donbass, il riconoscimento della lingua russa come ufficiale in Ucraina e il rifiuto dell’adesione di Kiev alla Nato. Trump ha invitato anche i leader europei, compresa la presidente italiana Giorgia Meloni, a sostenere un piano di pace.
La situazione sul campo
Nel frattempo, la situazione sul campo rimane tesa. Le forze russe hanno lanciato attacchi missilistici su città ucraine come Sumy, Kharkiv e Pavlohrad, causando danni e feriti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che “Putin non vuole la pace, ma la capitolazione dell’Ucraina”. Zelensky, da Bruxelles, ha ribadito che “i confini non si cambiano con la forza” e che l’Ucraina resta determinata a difendere la propria sovranità.
Infine, sul fronte economico e finanziario, permangono tensioni sull’utilizzo dei capitali russi congelati, che saranno discussi nel prossimo Consiglio europeo. Il Cremlino ha avvertito che qualunque tentativo di impiego di questi fondi a favore di Kiev sarà considerato un “furto”, mentre gli Stati Uniti puntano a destinare una parte consistente di queste risorse alla ricostruzione ucraina, coinvolgendo aziende americane.
Le dinamiche di questo complesso negoziato restano in evoluzione, con l’attenzione internazionale rivolta ai prossimi incontri e alle risposte che Mosca intenderà fornire.
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