La guerra tra Ucraina e Russia continua ad essere teatro di tensioni altissime, mentre sul fronte diplomatico si intensificano i tentativi di negoziazione, con gli Stati Uniti che spingono per un accordo di pace rapido. Nel frattempo, Mosca denuncia un nuovo massiccio attacco di droni ucraini, mentre il presidente americano Donald Trump esercita pressioni forti sul leader ucraino Volodymyr Zelensky per accettare le condizioni di Washington e chiudere la trattativa.
Guerra tra Russia e Ucraina: colpita una piattaforma russa nel Mar Caspio
Kiev ha rivendicato un attacco con droni contro una piattaforma petrolifera nel Mar Caspio. Lo scrivono i media di Kiev citando fonti dei servizi segreti dell’Sbu. È la prima volta che l’Ucraina colpisce un impianto russo legato alla produzione petrolifera nella regione. I droni “hanno colpito la piattaforma petrolifera Filanovsky, di proprietà della Lukoil-Nizhnevolzhskneft”. Sono stati segnalati “almeno quattro attacchi alla piattaforma offshore, che hanno bloccato la produzione di petrolio e gas da oltre 20 pozzi da essa serviti”.
Nella notte appena trascorsa, inoltre, le difese aeree russe hanno intercettato un impressionante numero di droni inviati dall’Ucraina: secondo il ministero della Difesa di Mosca sono stati abbattuti 287 droni, di cui circa quaranta erano diretti verso la capitale russa. Il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin ha confermato che nella serata precedente le forze russe hanno neutralizzato 31 droni in volo verso la città. L’attacco, uno dei più intensi dall’inizio del conflitto, ha coinvolto anche una petroliera nel Mar Nero, la Dashan, parte della cosiddetta “flotta ombra” russa, che ha subito ingenti danni a poppa e risulta fuori servizio.
Sul fronte ucraino, la risposta è stata altrettanto decisa, con attacchi mirati a infrastrutture strategiche russe come l’oleodotto Druzhba nella regione di Bryansk. Il comandante delle forze droni ucraine, Robert Brovdi, ha riferito di danni estesi, sottolineando come le azioni militari mirino a limitare la capacità bellica di Mosca.
Le tensioni politiche interne in Ucraina e il ruolo di Zelensky
Nel contesto della guerra, si fa sempre più acceso il dibattito interno ucraino riguardo al futuro politico del Paese. Il presidente Volodymyr Zelensky, figura simbolo della resistenza ucraina e riconosciuto a livello internazionale per il suo impegno, sta lavorando a una bozza di accordo di pace articolata in venti punti, rifinendo la proposta originaria presentata dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’opposizione, rappresentata da esponenti come Oleksiy Goncharenko, parlamentare del partito Solidarietà, attacca Zelensky per la sua volontà di indire elezioni anticipate in condizioni di sicurezza precarie. Goncharenko ha definito “impensabile” il voto immediato, sottolineando che una campagna elettorale richiede garanzie che l’attuale scenario bellico non può offrire.
Dal punto di vista legislativo, per avviare le elezioni sono necessarie modifiche a due leggi chiave, mentre il conflitto e l’incertezza continuano a rappresentare un ostacolo significativo. Nonostante ciò, alcuni analisti ritengono che un processo elettorale non sia del tutto fuori portata, se accompagnato da adeguate misure di sicurezza e diplomazia.
La pressione statunitense e le critiche di Trump
L’ex presidente e attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, ha rilanciato la sua pressione sul leader ucraino Zelensky, invitandolo a “essere realistico” e ad accettare rapidamente il piano di pace americano. In un’intervista rilasciata a Politico, Trump ha definito i leader europei “deboli e confusi”, criticando la loro incapacità di incidere concretamente sulla guerra e sulla gestione delle crisi. Ha inoltre espresso frustrazione per il ritardo di Zelensky nel rispondere alla proposta statunitense, paragonandolo sarcasticamente a un “re dei circensi”.
Secondo fonti vicine agli emissari di Trump, Jared Kushner e Steve Witkoff, a Zelensky sarebbe stato dato un termine di pochi giorni per accettare il piano che prevede la cessione di parte del Donbass in cambio di garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti, ancora non specificate nei dettagli. Trump ha altresì suggerito che il presidente ucraino rappresenti l’ostacolo principale alla pace, affermando che i negoziatori ucraini “adorano” la proposta americana, ma lui “non sa chi vincerebbe” in un’eventuale elezione, sottolineando la necessità di andare al voto.
Il presidente Usa ha ribadito la necessità di non “perdere altro tempo” e ha posto un ultimatum implicito a Zelensky, sottolineando come la guerra stia causando migliaia di vittime settimanali. Trump ha inoltre annunciato la possibilità di una “seconda fase” di sanzioni contro la Russia e Vladimir Putin, confermando l’impegno americano a mantenere alta la pressione su Mosca, pur criticando la lentezza e l’inefficacia della risposta europea.
La diplomazia europea e il sostegno italiano
Sul fronte europeo, l’Italia conferma il suo ruolo di supporto all’Ucraina. Nel recente incontro a Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato Volodymyr Zelensky, ribadendo la solidarietà italiana e l’impegno nel fornire aiuti di emergenza, in particolare per il settore energetico. I due leader hanno concordato sull’importanza di mantenere l’unità e la pressione sulla Russia affinché si sieda al tavolo negoziale in buona fede, oltre a discutere delle garanzie di sicurezza e della futura ricostruzione del Paese.
Il contesto internazionale è dunque caratterizzato da un equilibrio precario, con attacchi militari di grande intensità e una diplomazia frenetica che cerca di evitare un’escalation ulteriore, mentre il presidente Zelensky, sotto pressione interna ed esterna, cerca di mantenere un fragile equilibrio tra le esigenze di pace e la difesa della sovranità nazionale.






