Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato questa mattina a Castel Gandolfo, dove si è recato a Villa Barberini, residenza pontificia, per un incontro riservato con Papa Leone XIV. Questo incontro, che segue quello del 9 luglio scorso nella stessa sede, si inserisce in un momento cruciale delle tensioni internazionali legate al conflitto in Ucraina. Il leader ucraina ha incontrato successivamente la premier Giorgia Meloni, in un bilaterale di oltre un’ora.
Zelensky e il ruolo del Vaticano nel negoziato di pace
Già dopo la messa di insediamento di Papa Leone XIV, Zelensky aveva incontrato il Pontefice in un’udienza privata che ha confermato l’interesse della Santa Sede nel mediare la crisi ucraina. L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha sottolineato che “il Papa può avere un ruolo importante per la pace”, riconoscendo l’offerta del Vaticano come piattaforma per negoziati diretti tra Ucraina e Russia. Zelensky ha consegnato al Pontefice un’icona mariana, simbolo di speranza e sofferenza del popolo ucraino, realizzata su legno proveniente da un box recuperato a Izjum, città recentemente liberata dalle forze russe.
L’incontro di oggi si inserisce in una strategia diplomatica più ampia che vede il presidente ucraino impegnato in una serie di colloqui con i leader europei e statunitensi, tesi a mantenere saldo l’asse occidentale e a contrastare le pressioni per cedere territori, in particolare nel Donbass.
L’incontro a Palazzo Chigi tra Zelensky e Meloni
La giornata romana di Zelensky si è completata con un incontro bilaterale a Palazzo Chigi con la premier italiana Giorgia Meloni. Al centro della conversazione, la situazione diplomatica e le iniziative per promuovere la pace in Ucraina, con un’attenzione particolare al ruolo dell’Italia, riconosciuto come “attivo” e fondamentale da Zelensky stesso. Un dialogo definito da Zelensky come “eccellente e molto approfondito”.
In un’intervista rilasciata a Repubblica e Il Messaggero, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere «sempre pronto alle elezioni», replicando alle accuse del presidente statunitense Donald Trump. Quest’ultimo, in un’intervista a Politico, aveva insinuato che Zelensky stesse usando il conflitto in corso come pretesto per procrastinare il voto in Ucraina, esortandolo invece a indire subito le elezioni. Parallelamente, Zelensky ha espresso fiducia nel ruolo della premier italiana Giorgia Meloni nei negoziati di pace, sottolineando il suo sostegno prima dell’incontro a Palazzo Chigi.
Il presidente Zelensky ha espresso un apprezzamento significativo per l’impegno italiano nel formulare idee concrete e definire misure volte ad avvicinare la pace. Durante il colloquio, Zelensky ha aggiornato la premier Meloni sulle attività del team negoziale ucraino, evidenziando un coordinamento stretto nelle strategie diplomatiche. La continuità del sostegno italiano è stata definita “molto importante” per l’Ucraina.
Inoltre, Zelensky ha ringraziato l’Italia per il pacchetto di assistenza energetica e le attrezzature fornite, ricordando che questi aiuti rappresentano un sostegno concreto per le famiglie ucraine, duramente colpite dal conflitto e dalle difficoltà economiche conseguenti.
Il Giappone nega l’utilizzo degli asset russi congelati
In parallelo, sul fronte economico, arriva la notizia che il Giappone ha respinto la proposta dell’Unione Europea di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina. Durante una riunione virtuale dei ministri delle Finanze del G7, Tokyo ha espresso l’impossibilità di sfruttare i circa 30 miliardi di dollari di beni russi congelati nel suo territorio, a causa di vincoli legali segnalati dal ministro delle Finanze Satsuki Katayama. Questa posizione si distingue da quella degli altri membri del G7, che hanno manifestato la volontà di considerare la confisca di tutti i fondi russi congelati come strumento per raggiungere una pace giusta.
Aggiornamenti sul fronte militare e giudiziario
Sul terreno, il ministero della Difesa russo ha rivendicato il controllo di alcune località nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia, anche se tali avanzamenti non sono confermati dalle fonti ucraine. Parallelamente, la Procura Federale Russa ha formalizzato accuse di genocidio contro diversi esponenti politici e militari ucraini, escludendo però Zelensky, forse per non compromettere i canali di negoziato ancora aperti.
L’attenzione internazionale rimane alta mentre la telefonata tra Trump e Putin, prevista per domani, potrebbe influenzare gli sviluppi futuri del conflitto, con la comunità europea e l’Ucraina che cercano di mantenere saldo l’unità e la pressione su Mosca.
Putin: “Il Donbass è nostro”
Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito con fermezza la sua posizione sul Donbass, definendolo un “territorio russo” e un “fatto storico”. La dichiarazione, riportata dall’agenzia russa Ria Novosti, è stata pronunciata nel contesto del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, con Mosca che giustifica la sua azione militare come necessaria per porre fine a una guerra iniziata nel 2014 con un “colpo di Stato” a Kiev.
Le parole di Costa: “Non abbandoneremo l’Ucraina come altri hanno fatto con l’Afghanistan”
“Non lasceremo sola l’Ucraina come altri hanno fatto con l’Afghanistan”: con queste parole il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha ribadito oggi il fermo impegno dell’Unione europea nel sostenere Kiev nel conflitto in corso con la Russia. Durante una conferenza stampa congiunta a Dublino con il primo ministro irlandese Micheál Martin, Costa ha sottolineato la determinazione europea nel mantenere un “sostegno incrollabile all’Ucraina”, mettendo in guardia dall’errore di abbandonare il Paese in un momento delicato.
Il presidente Costa ha annunciato che l’Unione europea è prossima a una decisione cruciale sul sostegno economico a Kiev per gli anni 2026 e 2027. “Credo che siamo molto vicini a trovare una soluzione”, ha affermato, spiegando che il vertice europeo del 18 dicembre sarà probabilmente decisivo, ma che, se necessario, i lavori proseguiranno fino al 20 dicembre per raggiungere un accordo condiviso. La Commissione europea sta collaborando intensamente con i governi nazionali per definire i dettagli giuridici e tecnici dell’accordo, che richiede il consenso di una maggioranza qualificata dei Paesi membri.
In particolare, è in fase di definizione una soluzione sul congelamento e l’utilizzo degli asset russi sequestrati, una questione delicata che dovrà contribuire a finanziare il fabbisogno di Kiev. La determinazione europea si affianca a un quadro internazionale in cui, a Ginevra, Stati Uniti e Ucraina hanno annunciato un piano in 19 punti per avanzare verso una pace sostenibile, con il coinvolgimento diretto di leader come Volodymyr Zelensky e l’ex presidente Donald Trump.






