Le sanzioni internazionali imposte alla Russia stanno portando al collasso l’aviazione civile russa, con una drastica riduzione della flotta prevista entro il 2030. A lanciare l’allarme è un’analisi del servizio di intelligence estero ucraino, riportata da Rbc-Ukraine, che evidenzia come le restrizioni impediscano l’importazione di nuovi aeromobili, pezzi di ricambio e servizi di manutenzione.
Il declino dell’aviazione civile russa
Secondo i dati dell’intelligence di Kiev, entro il 2030 saranno ritirati dal servizio 109 aeromobili di fabbricazione straniera e 230 velivoli sovietici vecchi tra i 40 e i 60 anni. Inoltre, oltre 200 elicotteri, principalmente di produzione russa, saranno dismessi. Attualmente, le compagnie aeree russe gestiscono una flotta di 1.135 aeromobili, di cui solo 1.088 risultano operativi; il resto è stato smantellato per recuperare pezzi di ricambio. Se questa tendenza continuerà, la Russia rischia di perdere quasi la metà della sua flotta civile entro i prossimi cinque anni.
L’intelligence sottolinea come le autorità aeronautiche russe stiano estendendo la vita utile dei velivoli sovietici fino a 60 anni senza una valutazione tecnica adeguata, una pratica adottata anche per i motori SaM-146 dei Superjet. Parallelamente, i tentativi di aumentare la produzione nazionale sono falliti: tra il 2022 e il 2025 sono stati consegnati solo 13 nuovi aerei, rispetto ai 120 previsti.
Le difficoltà nel reperimento di aeromobili e manutenzione
Mosca ha tentato di noleggiare velivoli dall’estero, ma ha ricevuto rifiuti da diversi Paesi, tra cui Kazakistan, Qatar, Kuwait ed Etiopia. Le compagnie russe hanno così dovuto ricorrere a riserve interne: la compagnia cargo Volga-Dnepr ha trasferito otto Boeing ad Aeroflot, destinati a essere smantellati per ricavarne pezzi di ricambio, mantenendo così operativa la flotta.
In questo contesto, l’aviazione civile russa è sull’orlo del collasso, come riferito da Rbc. L’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (Icao), nella sua ultima risoluzione, ha accusato la Russia di destabilizzare la navigazione aerea globale tramite interferenze sistematiche ai segnali GPS, esortandola a cessare le violazioni del diritto aeronautico internazionale.
La situazione si inserisce in un quadro di tensioni più ampio che vede la Russia isolata a livello internazionale, con le sue infrastrutture civili e militari sempre più sotto pressione a causa delle sanzioni e delle contromisure adottate dagli altri Paesi.






