Un grave episodio si è verificato questa mattina nella regione meridionale di Kherson, in Ucraina, dove un convoglio di aiuti umanitari dellONU è stato colpito da un attacco della Russia. Le autorità ucraine hanno denunciato che la responsabilità sarebbe attribuibile a forze russe. L’ONU ha definito l’attacco “totalmente inaccettabile”.
L’Ucraina denuncia: attacco della Russia al convoglio ONU a Bilozerka
Il governatore dell’oblast di Kherson, Oleksandr Prokudin, ha riferito che il convoglio, composto da quattro veicoli bianchi con il logo delle Nazioni Unite, è stato preso di mira da droni e artiglieria russa nella città di Bilozerka. Il convoglio trasportava diverse tonnellate di aiuti destinati alla popolazione locale. Uno dei veicoli è andato in fiamme, mentre un altro ha subito danni gravi. In modo miracoloso, non si registrano feriti tra il personale coinvolto nell’incidente.
Le immagini e i resoconti provenienti dalla zona confermano la natura deliberata dell’attacco contro un convoglio umanitario, un fatto che rappresenta una violazione del diritto internazionale e degli accordi di protezione per le missioni delle Nazioni Unite.
La condanna internazionale e il contesto del conflitto
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha espresso una ferma condanna per l’episodio, ribadendo l’importanza di garantire la sicurezza degli aiuti umanitari nei territori di conflitto. Il segretario generale António Guterres ha sottolineato che attacchi simili minano gravemente la fiducia e gli sforzi per alleviare le sofferenze della popolazione civile.
Il conflitto ucraino, iniziato nel 2014 e intensificatosi nel 2022 con l’invasione russa su vasta scala, ha già causato milioni di rifugiati e una crisi umanitaria senza precedenti nell’Europa contemporanea. La regione di Kherson, strategica nel sud del Paese, è stata teatro di frequenti scontri tra le forze di Kiev e le truppe russe, con gravi conseguenze per i civili.
L’attacco al convoglio ONU rappresenta un grave episodio che si inserisce in un contesto di tensione crescente e mette a rischio la distribuzione degli aiuti essenziali a migliaia di persone colpite dal conflitto.






