Nel contesto del conflitto in Ucraina, l’attenzione internazionale si concentra nuovamente su uno degli armamenti più sofisticati e temuti: i missili da crociera Tomahawk. La richiesta di Kiev di ricevere questo sistema d’arma dagli Stati Uniti rappresenta un potenziale punto di svolta nel braccio di ferro militare con Mosca, data la capacità di colpire obiettivi strategici a grande distanza con precisione chirurgica.
Ucraina: capacità e impatto operativo del missile Tomahawk
Il missile Tomahawk, prodotto negli Stati Uniti e impiegato dalle forze armate statunitensi e britanniche, è un missile da crociera subsonico con una velocità di circa 885 km/h e una gittata che può raggiungere i 1.600 chilometri nella versione standard, mentre alcune varianti avanzate si spingono fino a 2.500 chilometri. Il sistema di guida è altamente sofisticato, integrando GPS, TERCOM (Terrain Contour Matching) e DSMAC (Digital Scene Matching Area Correlator), permettendo al missile di modificare il bersaglio in volo, rimanere in attesa per ore in aria e adeguare la propria traiettoria per eludere le difese nemiche.
Questa versatilità si traduce in un potenziale militare enorme: schierando i lanciatori lungo il confine orientale ucraino, Kiev potrebbe colpire direttamente la capitale russa Mosca in meno di mezz’ora. L’Institute for the Study of War ha stimato che almeno 1.655 obiettivi militari russi, tra cui basi, depositi di armi, fabbriche di droni (come la strategica fabbrica Geran-2 in Tatarstan) e depositi di carburante, sono entro il raggio d’azione del Tomahawk da 1.600 chilometri. Il missile rappresenterebbe, quindi, uno strumento per degradare significativamente la capacità operativa russa sul fronte ucraino, ampliando l’azione militare ben oltre la linea di contatto.
Il contesto politico e la diplomazia internazionale
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha intensificato le sue richieste agli Stati Uniti per ottenere i missili Tomahawk. Successivamente, l’amministrazione statunitense ha confermato di valutare seriamente la possibilità di fornire a Kiev questa arma, anche se la decisione definitiva è ancora in fase di approfondimento, con particolare attenzione alle modalità di impiego sul campo. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno già autorizzato la condivisione di intelligence per supportare attacchi a lungo raggio alle infrastrutture energetiche russe.
La reazione di Mosca è stata duplice: inizialmente il Cremlino ha minimizzato l’importanza dei Tomahawk, ma in seguito ha parlato apertamente di una possibile “grave escalation”, sottolineando il rischio di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto e di un aumento delle tensioni globali, con riferimenti anche alla possibilità che i missili possano essere dotati di testate nucleari. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’eventuale fornitura di Tomahawk a Kiev come un coinvolgimento diretto americano nella guerra e ha minacciato contromisure strategiche, incluso lo spostamento di missili balistici in prossimità del territorio statunitense.
Caratteristiche tecniche e utilizzi storici del Tomahawk
Il missile Tomahawk, lungo circa 6 metri con un’apertura alare di 2,67 metri e un peso di circa 1.300 chilogrammi (1.600 con booster), trasporta una testata esplosiva convenzionale da quasi 450 chilogrammi o, in alcune versioni, testate nucleari. Il costo per singolo lancio si aggira intorno ai 2 milioni di dollari.
Il missile è stato impiegato per la prima volta durante la Prima Guerra del Golfo nel 1991 e da allora è stato utilizzato in numerosi conflitti, inclusi Iraq, Libia, Siria e Yemen. È l’arma preferita per neutralizzare sistemi di difesa aerea integrati e colpire obiettivi di alto valore sia fissi che mobili, grazie alla sua capacità di navigare a bassa quota e di effettuare manovre evasive.
Attualmente, il Tomahawk è utilizzato principalmente dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dall’Australia, dal Giappone e dai Paesi Bassi. La sua diffusione è limitata a pochi Paesi alleati, sottolineando il valore strategico e politico della sua fornitura, che implica un significativo cambio di paradigma nelle alleanze e nelle dinamiche di potere internazionali.
La consegna del Tomahawk all’Ucraina rappresenterebbe un salto di qualità nel supporto occidentale, con implicazioni geopolitiche e militari di vasta portata, ponendo Kiev in una posizione di maggiore forza nella resistenza contro l’aggressione russa.






