Bruxelles, 10 dicembre 2025 – Il primo ministro belga Bart De Wever ha espresso un netto avvertimento sulle possibili conseguenze legali qualora l’Unione europea decidesse di adottare l’articolo 122 del Trattato UE per finanziare la riparazione dell’Ucraina utilizzando gli asset sovrani russi congelati. La proposta, che potrebbe essere approvata a maggioranza qualificata e non all’unanimità, ha sollevato la ferma opposizione di De Wever, il quale ha sottolineato la natura quasi sanzionatoria della misura, sostenendo che una decisione così delicata dovrebbe richiedere l’unanimità tra gli Stati membri.
La posizione del Belgio e la minaccia di vie legali
Il premier belga ha chiarito che il Paese non esclude di intraprendere ricorsi legali nel caso in cui venga imposto l’uso dell’articolo 122 del Trattato per il cosiddetto “prestito di riparazione” destinato all’Ucraina, basato sui beni russi detenuti in Europa, in particolare quelli depositati presso la piattaforma finanziaria Euroclear di Bruxelles. De Wever ha dichiarato: «Il ricorso a tale articolo si avvicina a una misura sanzionatoria e, pertanto, dovrebbe essere adottato all’unanimità». Il Belgio, in questa fase, preferirebbe trovare soluzioni alternative per sostenere finanziariamente Kiev senza compromettere i beni russi congelati sul proprio territorio, temendo possibili ritorsioni da parte di Mosca.
La Commissione europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha respinto l’idea che il Belgio abbia posto un veto formale, parlando invece di “osservazioni tecniche” e ha confermato che la decisione definitiva sarà presa dal Consiglio europeo entro fine anno. Nel frattempo, il dibattito resta acceso, con il Belgio in prima linea a sollevare dubbi e perplessità, mentre altri Stati membri, come l’Italia, si preparano a difendere la propria posizione in caso di contenziosi legali.
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