L’attenzione internazionale resta alta sul conflitto in Ucraina, mentre a Kiev emergono dubbi e cautela sul recente piano di pace statunitense proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’inviato statunitense Daniel Driscoll ha confermato la richiesta di una “pace dignitosa”, che garantisca l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina senza compromessi eccessivi sul territorio e sull’identità nazionale.
Il piano USA per l’Ucraina e le condizioni di Kiev
Il progetto di pace americano prevede una serie di punti controversi, tra cui la rinuncia definitiva di Kiev all’ingresso nella NATO e un patto di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa, con il riconoscimento di un confine stabile. Tra le misure più delicate c’è la cessione del controllo del Donbass a Mosca e una sostanziale riduzione dell’esercito ucraino. Il piano include inoltre lo schieramento di jet europei in Polonia come deterrente contro nuovi attacchi russi, e l’indizione di elezioni politiche in Ucraina entro 100 giorni dal raggiungimento dell’accordo.
Nonostante l’apparente disponibilità a negoziare, Zelensky ha espresso cautela e ha sottolineato che la pace deve rispettare la dignità del popolo ucraino e la sua sovranità. “L’Ucraina ha bisogno di una pace che non sia umiliante, che non comporti la perdita della nostra indipendenza”, ha dichiarato il capo di Stato sui social network, evidenziando la volontà di evitare un accordo che imponga troppi compromessi.
Situazione sul campo e supporto militare
Sul fronte militare, l’Ucraina continua a chiedere supporto agli alleati occidentali. Tra le richieste più discusse vi è quella relativa all’invio di missili Tomahawk a lungo raggio, arma che potrebbe ampliare significativamente la capacità di difesa ucraina. Washington sta ancora valutando questa possibilità, con il vicepresidente americano Vance che ha confermato come il presidente Trump stia ponderando una decisione finale.
Parallelamente, il piano statunitense esclude il dispiegamento diretto di truppe della NATO nel territorio ucraino, mantenendo un equilibrio delicato tra sostegno militare e rischio di escalation diretta con la Russia.
Crisi umanitaria e attacchi recenti
La tensione rimane alta anche sul fronte umanitario. Il bilancio del recente raid russo su Ternopil è salito a 28 morti, 94 feriti e 14 dispersi, un tragico promemoria della fragilità della situazione. Intanto, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata affidata alla supervisione dell’AIEA, una mossa volta a garantire maggiore sicurezza in una delle aree più critiche del conflitto.
Il presidente Zelenskyj, che mantiene una comunicazione diretta e costante con la comunità internazionale, ha intensificato le chiamate ai leader europei e a Washington affinché il sostegno all’Ucraina non venga meno, soprattutto in questa fase delicata di potenziali negoziati. La sua figura, emblema della resistenza e della determinazione ucraina, resta centrale nel tentativo di evitare un nuovo stallo che potrebbe favorire Mosca.
L’attenzione globale è rivolta ora all’evolversi dei negoziati e al modo in cui Kiev saprà coniugare la necessità di pace con la difesa dei propri diritti fondamentali e territoriali.






