Kiev, 29 dicembre 2025 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a parlare della complessa situazione legata alla guerra in Ucraina, in un momento particolarmente delicato dopo i recenti colloqui tra i leader di Mosca e Washington. Nel corso di una serie di dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, Zelensky ha evidenziato le contraddizioni tra la retorica di pace utilizzata dal presidente russo Vladimir Putin nei suoi incontri con il presidente statunitense Donald Trump e le azioni militari effettive della Russia sul campo.
Ucraina, Zelensky attacca: “Contraddizioni nella retorica e nelle azioni di Putin”
Secondo il presidente ucraino, gli attacchi russi e i messaggi interni di Putin non corrispondono alla sua retorica pacifica espressa nei dialoghi con Trump. Zelensky ha osservato come da un lato Putin dichiari di voler porre fine alla guerra, mentre dall’altro continua a ordinare azioni militari aggressive, con bombardamenti di infrastrutture civili e avanzate militari coordinate. “Ci colpisce con i missili, celebra la distruzione delle infrastrutture civili, dà istruzioni ai suoi generali su dove avanzare e cosa conquistare”, ha spiegato Zelensky, sottolineando che queste azioni sono in netto contrasto con le parole pacifiche rivolte agli Stati Uniti.
Questo contrasto emerge in un contesto di persistenti tensioni e di una guerra che ha già causato ingenti danni umani e materiali. Zelensky ha espresso cautela rispetto alle dichiarazioni di Putin, ricordando che “non è la prima volta che dice una cosa e ne fa un’altra”. La coerenza tra parole e azioni rimane quindi un nodo cruciale per qualsiasi possibile accordo di pace.
Garanzie di sicurezza e questioni territoriali
Un altro tema centrale affrontato da Zelensky riguarda le garanzie di sicurezza e le questioni irrisolte sui territori contesi, in particolare la centrale nucleare di Zaporizhzhia e le regioni occupate nell’est dell’Ucraina. Il presidente ha precisato che il documento di pace in preparazione, composto da 20 punti, è quasi completo, ma restano aperte due questioni fondamentali: “La centrale nucleare di Zaporizhzhia, come funzionerà, e la questione dei territori”, ha dichiarato.
Zelensky ha inoltre sottolineato che le garanzie di sicurezza sono state già concordate al 100%, ma resta da definire la durata del loro periodo di validità. In particolare, ha riferito che il piano di pace prevede attualmente garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti per 15 anni, con la possibilità di estenderle, mentre Kiev auspica un periodo molto più lungo, fino a 30-50 anni. Queste misure sono considerate indispensabili per assicurare che non vi siano future aggressioni da parte della Russia.
Il presidente ha ribadito che la presenza di truppe straniere in Ucraina rappresenta una parte necessaria e concreta di queste garanzie di sicurezza. Tale presenza è vista come un rafforzamento della protezione offerta dai partner internazionali e sarà una condizione imprescindibile per qualsiasi accordo volto a porre fine al conflitto.
Dialogo internazionale e incontri futuri per l’Ucraina
Zelensky ha annunciato la volontà di ospitare a Kiev un incontro con funzionari europei e americani nei prossimi giorni, con l’obiettivo di lavorare sui documenti per la pace e definire nel dettaglio le garanzie di sicurezza. L’incontro coinvolgerà consiglieri di alto livello e rappresenta un passo importante nel processo negoziale.
Inoltre, il presidente ucraino ha riferito che, prima del loro incontro diretto, Donald Trump e Vladimir Putin hanno avuto una lunga telefonata in cui hanno esaminato in dettaglio tutti i 20 punti del piano di pace. Secondo Zelensky, Trump ha confermato di aver studiato il documento punto per punto, assicurando che si tratti del piano concordato dalle parti. Tuttavia, Zelensky ha mantenuto un atteggiamento prudente, ricordando che la disponibilità di Putin viene presa con cautela data la discrepanza tra le parole e le azioni russe.
Sul fronte politico, Zelensky ha anche avvertito che gli accordi sulle garanzie di sicurezza dovranno essere confermati non solo dal parlamento ucraino e dal Congresso statunitense, ma anche dai parlamenti europei, per avere pieno valore e legittimità. In questo modo, il processo di pace sarà rafforzato da un ampio sostegno internazionale.
Legge marziale e condizioni per la pace
Riguardo alla legge marziale in vigore in Ucraina, Zelensky ha chiarito che essa potrà essere revocata solo con la fine effettiva della guerra e dopo aver ottenuto garanzie di sicurezza solide e affidabili. “Vogliamo tutti che la guerra finisca. E allora finirà la legge marziale. Ma la legge marziale finirà quando in Ucraina saranno assicurate garanzie di sicurezza. Senza di esse, questa guerra non sarà mai finita”, ha affermato con determinazione il presidente.
Queste dichiarazioni riflettono la posizione ferma di Kiev, che non intende cedere su temi fondamentali come l’integrità territoriale e la sicurezza nazionale. La strada verso una pace duratura appare quindi ancora complessa e richiede un equilibrio delicato tra negoziati, garanzie concrete e monitoraggio delle azioni sul terreno.
In questo scenario, il dialogo tra le principali potenze mondiali e il coinvolgimento diretto dell’Ucraina rimangono elementi imprescindibili per avviare un processo di pace sostenibile e che tuteli i diritti e la sovranità del popolo ucraino.





