Kiev, 5 luglio 2025 – Le tensioni militari tra Ucraina e Russia si sono nuovamente intensificate con un attacco aereo ucraino che ha colpito una base militare russa situata nella regione di Voronezh, a Borisoglebsk, dove sono stazionati diversi caccia russi di ultima generazione.
L’attacco dell’Ucraina a Borisoglebsk
Le unità delle forze per operazioni speciali ucraine hanno preso di mira l’aeroporto militare di Borisoglebsk, noto per ospitare caccia russi modello Su-34, Su-35S e Su-30SM. Lo ha confermato lo stato maggiore delle Forze Armate ucraine, come riportato da Ukrainska Pravda. Nel raid sono stati distrutti un deposito di bombe guidate, un aereo da addestramento al combattimento e altri velivoli probabilmente danneggiati.
L’attacco si inserisce in una serie di azioni militari mirate a ridurre la capacità aerea russa, utilizzando in particolare droni a lungo raggio, nonostante le restrizioni sull’uso di missili a lunga gittata da parte dell’Ucraina per colpire il territorio russo.
Parallelamente, Mosca ha dichiarato di aver intercettato e distrutto oltre 110 droni ucraini in diverse regioni, inclusi 27 nella regione di Lipetsk. Il governatore regionale Igor Artamonov ha inoltre assicurato che non si sono registrate vittime né danni significativi a causa dei detriti caduti dalla difesa aerea.
Raid e danni nella regione di Dnipro: feriti e abitazioni colpite
Nella stessa giornata le truppe russe hanno bombardato tre distretti della regione di Dnipropetrovsk, causando il ferimento di quattro persone, tra cui due donne e un uomo, e ingenti danni a diverse abitazioni. Le autorità locali hanno riferito che cinque case sono state danneggiate durante l’attacco, che ha colpito in particolare il distretto di Dnipro.
La città di Dnipro, situata sulle rive del fiume Dnepr e capoluogo dell’omonima oblast’, continua a rappresentare uno snodo strategico e logistico fondamentale per l’Ucraina, sia per l’accoglienza degli sfollati interni sia per il coordinamento degli aiuti umanitari e delle attività di supporto ai civili e ai militari al fronte.
In quest’area, l’impatto degli attacchi militari si intreccia con la resilienza civile e culturale, con scuole e associazioni che cercano di mantenere viva la vita quotidiana nonostante la minaccia costante dei bombardamenti.
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