In un clima di crescente tensione internazionale, i ministri degli Esteri dei Paesi baltici hanno ribadito con fermezza la necessità di aumentare la pressione sulla Russia per avvicinare una soluzione di pace nel conflitto ucraino. Le dichiarazioni rilasciate oggi a Bruxelles dalla ministra lettone Baiba Braze e dal ministro estone Margus Tsahkna evidenziano una linea condivisa tra le nazioni baltiche sull’importanza di misure restrittive incisive contro Mosca.
I Paesi baltici chiedono più sanzioni e strumenti di pressione contro Mosca
“La Russia continua la sua aggressione, prendendo di mira infrastrutture civili e cittadini ucraini innocenti”, ha sottolineato la ministra lettone degli Esteri, Baiba Braze. “Non vi sono segnali che indichino una sua volontà di raggiungere la pace. La Russia rappresenta l’unico ostacolo per una pace sostenibile e giusta in Ucraina”. In questo contesto, Braze ha evidenziato come “l’adozione, il più rapidamente possibile, delle sanzioni alla flotta ombra russa” rappresenti uno degli strumenti chiave per aumentare la pressione su Mosca e avvicinare la pace.
Anche il ministro estone Margus Tsahkna ha espresso la necessità di decisioni concrete, auspicando che il Consiglio europeo approvi un prestito di riparazione per l’Ucraina, garantito dai beni russi congelati. “Il loro utilizzo è il modo migliore per assicurare che la Russia paghi per la devastazione causata e per aprire la strada a una pace giusta e duratura”, ha dichiarato Tsahkna.
La posizione europea e l’uso dei beni russi congelati per l’Ucraina
Il tema dell’utilizzo degli asset russi congelati rappresenta uno dei nodi più discussi nel vertice europeo in corso. Nonostante alcune riserve e osservazioni tecniche da parte di Paesi come il Belgio e la Francia, l’Unione Europea ha confermato il proprio impegno a esaminare tutte le opzioni possibili per sostenere finanziariamente Kiev. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che “non c’è stato un veto” ma che “questioni legali e tecniche” devono essere risolte con metodo e calma.
Parallelamente, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha ribadito che “l’Ucraina disporrà delle risorse finanziarie necessarie per difendersi” nei prossimi due anni, mettendo in guardia Mosca sulle conseguenze di questa scelta. Intanto, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha assicurato che “in un modo o nell’altro l’Ucraina sarà finanziata”, confermando che il sostegno a Kiev rimane una priorità per l’Europa.
Le posizioni espresse dai rappresentanti baltici si inseriscono in un contesto europeo sempre più determinato a sostenere l’Ucraina, pur nelle difficoltà di trovare un consenso unanime sulle modalità di utilizzo dei beni russi congelati e sulla strategia complessiva per la pace.






