Turchia, cinque sindaci del partito di opposizione CHP, sono stati sospesi dopo l’arresto nell’ambito di un’inchiesta per corruzione
L’arresto di cinque sindaci di opposizione in Turchia ha suscitato un’ondata di indignazione e preoccupazione sia a livello nazionale che internazionale. I sindaci, appartenenti al Partito Popolare Repubblicano (CHP), sono stati sospesi dai loro incarichi nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Questo evento evidenzia la crescente repressione del governo nei confronti dei rappresentanti dell’opposizione, un fenomeno che si è intensificato negli ultimi anni.
Arresti e repressione in Turchia
L’operazione di polizia ha portato all’arresto di un totale di 22 persone, tra cui i sindaci delle municipalità di Avcilar, Buyukcekmece e Gaziosmanpasa, situate a Istanbul, e dei sindaci di Ceyhan e Seyhan, nella provincia di Adana. Questo raid rappresenta la quinta azione contro i sindaci del CHP, dopo l’arresto di Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul e figura di spicco dell’opposizione, avvenuto lo scorso marzo. İmamoğlu è attualmente detenuto con accuse che i suoi sostenitori considerano politicamente motivate, tra cui corruzione e favoreggiamento a un’organizzazione terroristica.
Indignazione e reazioni
La decisione del ministero dell’Interno di sospendere i sindaci arrestati ha suscitato indignazione tra i sostenitori del CHP, che vedono in queste azioni un tentativo sistematico di silenziare l’opposizione. Le accuse di corruzione, frequentemente utilizzate dal governo per giustificare arresti e sospensioni, sono percepite come un pretesto per mantenere il controllo politico e limitare la libertà di espressione. Gli esperti avvertono che questa strategia fa parte di un più ampio quadro di repressione che ha caratterizzato la Turchia negli ultimi anni, specialmente dopo il colpo di Stato del 2016.
Preoccupazioni internazionali
La reazione della comunità internazionale è stata di forte preoccupazione. Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno espresso allarme per la situazione dei diritti civili in Turchia, sottolineando come la repressione dell’opposizione stia minando le fondamenta della democrazia nel paese. Gli arresti recenti, insieme a quelli di İmamoğlu e di altri esponenti del CHP, potrebbero innescare proteste di massa, simili a quelle del movimento di Gezi Park nel 2013, quando milioni di turchi scesero in piazza contro il regime di Erdoğan.