Istanbul, 1 settembre 2025 – Tele 1, uno dei canali televisivi più noti dell’opposizione in Turchia, è stato ufficialmente oscurato per cinque giorni dall’Autorità statale per la radio e la televisione (RTÜK). La decisione è stata motivata dal contenuto di una trasmissione andata in onda a luglio, in cui un ospite ha definito il golpe del 15 luglio 2016 un “colpo di Stato islamista” attribuendo la responsabilità al partito di governo, l’AKP di Recep Tayyip Erdoğan.
La censura in Turchia
Il provvedimento di sospensione è stato giustificato da RTÜK come necessario per arginare quella che è stata definita “un’incitazione all’odio e all’ostilità”. Il direttore di Tele 1, Hüseyin Tahmaz, ha espresso preoccupazione per il rischio di ulteriori sanzioni e per una possibile revoca definitiva della licenza di trasmissione nel caso di nuove infrazioni entro un anno. L’emittente ha bollato la misura come “incostituzionale” e una grave “violazione della libertà di espressione”.
La stretta del governo turco si inserisce in un contesto più ampio di repressione delle voci critiche. Solo di recente, infatti, altre emittenti vicine all’opposizione come Sozcu TV e Halk TV sono state colpite da simili divieti di trasmissione fino a dieci giorni, accompagnati da sanzioni pecuniarie. Parallelamente, sono state arrestate quasi 1.900 persone in seguito alle proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul e candidato alle presidenziali del 2028, Ekrem İmamoğlu, che continua a chiamare a manifestazioni nonostante la detenzione nel carcere di Silivri.






