Istanbul, 5 agosto 2025 – Oltre 385mila profughi siriani sono rientrati volontariamente in Siria dall’8 dicembre 2024, data della caduta del regime di Bashar al-Assad, dopo aver vissuto in Turchia con uno status di protezione temporanea. Lo rende noto il ministero dell’Interno turco, attraverso il ministro Ali Yerlikaya, riportato dal quotidiano Sabah.
Rientri massicci dopo la caduta di Assad
Secondo i dati ufficiali, 385.888 siriani hanno attraversato i valichi di frontiera di Cilvegozu, Oncupinar, Karkamis e Akcakale per tornare in patria dopo la fine del regime al potere dal luglio 2000 al dicembre 2024. Questo flusso si aggiunge al totale di 1.125.891 siriani che negli ultimi dieci anni hanno scelto di rientrare dalla Turchia. Al contempo, restano in Turchia circa 2,5 milioni di siriani con protezione temporanea.
La caduta di Assad, avvenuta dopo mesi di un’estesa offensiva delle milizie ribelli guidate da Abū Muḥammad al-Jawlānī, ha segnato un punto di svolta nella crisi siriana. Il presidente siriano, in carica dal 2000, si è rifugiato a Mosca con la famiglia, sotto protezione del governo russo, segnando il collasso del suo regime.
Il ruolo della Turchia e le politiche migratorie
Il ministro turco dell’Interno, Ali Yerlikaya, in carica dal giugno 2023, ha sottolineato l’importanza del coordinamento con le autorità italiane nella gestione dei flussi migratori. In un recente colloquio telefonico con il ministro italiano Matteo Piantedosi, Yerlikaya ha confermato la riduzione drastica, del 78% negli ultimi due anni, dei flussi migratori via mare dalla Turchia verso l’Italia.
Il dialogo tra le forze di polizia dei due Paesi ha contribuito a identificare e contrastare efficacemente i trafficanti di esseri umani, prevenendo partenze irregolari pericolose. La Turchia rimane così un attore chiave nella gestione della crisi siriana e nei flussi migratori verso l’Europa.






