Dopo l’annuncio dello scioglimento del gruppo arrivato a maggio, il PKK oggi ha bruciato le sue armi: le parole di Erdogan
Un passaggio storico per la Turchia e la questione curda: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato con parole di speranza la cerimonia simbolica in cui militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) hanno bruciato le loro armi, segnando così la fine della lotta armata dopo lo scioglimento ufficiale del gruppo, annunciato lo scorso maggio dal leader Abdullah Öcalan.
Il disarmo del PKK: un segnale di pace per la Turchia
Erdogan ha definito questo evento come un passo fondamentale verso una Turchia libera dal terrorismo. “Che Dio Onnipotente ci conceda il successo nel raggiungere i nostri obiettivi su questa strada che percorriamo per la sicurezza del nostro Paese, la pace della nostra nazione e l’instaurazione di una pace duratura nella nostra regione“, ha dichiarato, sottolineando il significato storico di questa fase. La cerimonia, svoltasi nel Kurdistan iracheno, ha visto 30 membri del PKK consegnare le loro armi, che sono state registrate e poi bruciate sotto l’osservazione di delegati ufficiali.
Il videoappello di Öcalan, trasmesso il 9 luglio dopo 26 anni di prigionia, ha rappresentato un momento simbolico di svolta. Il leader curdo ha ribadito con fermezza lo scioglimento del PKK e invitando alla politica e alla pace sociale, respingendo l’uso delle armi.
Il ruolo del Parlamento turco nel processo di disarmo
Parallelamente, il Parlamento turco ha istituito una commissione multipartitica incaricata di vigilare sul processo di disarmo e di dissoluzione dell’organizzazione terroristica. Il presidente dell’assemblea, Numan Kurtulmuş, ha evidenziato che il disarmo è un processo che interessa tutta la Turchia e non solo un singolo partito politico. “Se avrà successo sarà un successo per tutta la Turchia”, ha aggiunto.
L’iniziativa, che ha ottenuto anche il supporto dei Lupi Grigi (MHP) e del partito curdo DEM, prevede la definizione di un quadro giuridico per i negoziati che includono temi fondamentali quali l’amnistia e il riconoscimento dei diritti culturali e politici dei curdi. Il gesto simbolico del disarmo rappresenta dunque la transizione della lotta curda dalla guerriglia alla politica, aprendo nuove prospettive per la stabilità interna e regionale.
Questo processo è seguito con grande attenzione sia in Turchia sia nella regione, considerando le complesse dinamiche che hanno caratterizzato i decenni di conflitto tra Ankara e il PKK, e rappresenta un punto di svolta che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era di convivenza e dialogo.






