La tensione politica in Turchia si è nuovamente acuita ieri sera nel quartiere di Sarıyer a Istanbul, dove la polizia ha bloccato la sede del Partito Popolare Repubblicano (CHP), il più grande partito di opposizione nel Paese. La misura è stata adottata dopo che i sostenitori del CHP sono scesi in piazza per contestare il licenziamento della dirigenza locale, una decisione giudiziaria che ha scatenato nuove proteste e scontri.
Bloccata la sede del CHP a Istanbul: scoppiano nuove proteste
Nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine e un divieto di manifestazione imposto dal governatore di Istanbul, nominato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, i manifestanti hanno tentato di superare le barricate e raggiungere la sede del partito, come riportato da Halk TV e DPA. Il divieto, valido per tre giorni in diversi quartieri strategici, non ha fermato la mobilitazione. Il leader del CHP, Özgür Özel, ha infatti invitato i sostenitori a marciare verso la sede del partito, sfidando apertamente il blocco della polizia.
La decisione del tribunale di destituire l’intera dirigenza del CHP a Istanbul, motivata da presunte irregolarità risalenti al congresso di due anni fa, ha ulteriormente esasperato il clima politico. Il tribunale ha ordinato la nomina di un commissario che dovrebbe assumere il controllo della sede provinciale, ma i sostenitori dell’opposizione stanno cercando di impedirne l’insediamento.
Crisi politica e proteste in tutta la Turchia
La vicenda si inserisce nel più ampio contesto di tensioni che da mesi vedono il CHP sotto pressione da parte del governo di Erdoğan. La situazione si è aggravata a marzo 2025 con l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, principale rivale politico del presidente, accusato di corruzione e legami con il PKK, organizzazione terroristica secondo Ankara. Quell’arresto ha provocato manifestazioni di massa in diverse città turche, tra cui Istanbul, Ankara e Smirne, con centinaia di migliaia di persone scese in piazza nonostante il divieto di assembramenti.
Le proteste si sono concluse con scontri violenti tra manifestanti e polizia, che ha fatto uso di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e idranti. Arresti e feriti hanno caratterizzato le giornate di protesta, a testimonianza della profonda frattura politica che attraversa il Paese. Il CHP denuncia da tempo una campagna politicamente motivata contro le voci dell’opposizione e il tentativo di Erdoğan di consolidare il suo potere attraverso misure autoritarie e repressioni.
Le manifestazioni di ieri sera a Istanbul rappresentano quindi l’ennesimo capitolo di una lunga crisi politica che vede contrapposti il governo di Erdoğan e l’opposizione rappresentata dal CHP, in una sfida che continua a infiammare la scena turca.






