New York, 30 settembre 2025 – La contesa per la carica di sindaco di New York City si infiamma ulteriormente dopo le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha minacciato di tagliare i fondi federali alla città qualora a vincere fosse il candidato democratico Zohran Mamdani. Le affermazioni di Trump, che definisce Mamdani un “comunista falso”, rappresentano l’ultimo capitolo di uno scontro politico che sta dividendo la Grande Mela in vista delle elezioni di novembre.
Trump contro Mamdani
Il 47º presidente degli Stati Uniti, rieletto nel 2024 e noto per il suo stile populista, ha pubblicato un post sul proprio social media Truth nel quale afferma che Zohran Mamdani non riceverà alcun finanziamento federale necessario a realizzare le sue promesse elettorali. Trump ha anche aggiunto che, se Mamdani dovesse opporsi agli agenti federali dell’immigrazione in città, “allora dovremmo arrestarlo”. Il presidente ha inoltre sottolineato che Mamdani avrebbe “problemi con Washington come nessun altro sindaco nella storia di New York”.
Queste dichiarazioni arrivano dopo che Mamdani, esponente del Partito Democratico e socialista, ha vinto con il 56% dei voti le primarie contro l’ex governatore Andrew Cuomo, conquistando la candidatura per il sindaco. Il giovane candidato, di origini ugandesi e indiane, ha promosso una piattaforma incentrata su riforme sociali radicali, tra cui la municipalizzazione dei servizi pubblici, trasporti gratuiti e una regolamentazione più severa sugli affitti.

La risposta di Mamdani e le tensioni nella politica newyorchese
Durante una conferenza stampa, Mamdani ha liquidato le minacce di Trump come “le fasi del lutto” per la sua probabile vittoria, passando dal diniego alla rassegnazione. Il candidato ha aggiunto che i newyorchesi sono stanchi della politica che guarda più a Washington che ai reali bisogni della città. Ha altresì criticato l’appoggio di Andrew Cuomo a Trump, definendolo un pericolo per gli interessi della metropoli.
La campagna di Mamdani ha suscitato preoccupazioni a Wall Street e in parte della comunità ebraica di New York, timorosi dell’impatto delle sue politiche su una delle economie urbane più grandi al mondo, che vale circa 2.000 miliardi di dollari. Nonostante ciò, Mamdani gode del sostegno di movimenti progressisti e ha già affrontato con fermezza le accuse e le paure legate alla sua inesperienza politica.
Scenari futuri e sfide per la Grande Mela
Con l’attuale sindaco Eric Adams che si è ritirato dalle elezioni, la sfida di novembre si prospetta combattuta. Ma con un altro avversario. Il repubblicano Curtis Sliwa, fondatore dei Guardian Angels, è l’altro candidato principale in corsa. Tuttavia, il grande favorito al momento resta proprio Mamdani.
Le tensioni fra l’amministrazione federale guidata da Trump e il futuro potenziale governo di Mamdani riflettono le divisioni politiche nazionali, con l’ombra di possibili ripercussioni sui finanziamenti essenziali per la città. La posta in gioco è alta, non solo per New York ma anche per l’equilibrio politico degli Stati Uniti, mentre la città si prepara a scegliere il suo prossimo leader tra visioni radicalmente diverse.






